Lo ha detto Tom Frieden direttore del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie. Lorenzin: "I controlli devono partire in loco"
«Dopo 30 anni di lavoro nel campo della sanità pubblica, l’unica cosa paragonabile all’Ebola è stata l’Aids» ha detto il dottor Tom Frieden, direttore del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie. Il virus si sta diffondendo con una velocità tale da poter diventare una pandemia globale ai livelli dell’Aids ed è necessario «iniziare a lavorare da subito affinché questo non avvenga» ha proseguito Frieden al vertice sulla Sanità statunitense. «La velocità è la variabile più importante –ha continuato – Si può controllare e si poteva prevenire investendo in adeguate infrastrutture nei paesi più colpiti, in quelli vicini e in quelli più a rischio».
I DATI DELL’OMS - L’Organizzazione mondiale della sanità ha rilasciato mercoledì scorso un rapporto in cui venivano elencati sei paesi colpiti dal virus. Cinque in Africa occidentale più gli Stati Uniti. Informazioni valide fino al 5 Ottobre perché successivamente è stato confermato un ulteriore caso di Ebola in Spagna, quando un’infermiera è risultata positiva all’infezizione. Il numero totale dei paesi sale così a sette. Il rapporto indica che, attualmente, la situazione risulta critica in Guinea, Liberia e Sierra Leone dove la diffusione è altissima. Stando allo studio dell’Oms dal dicembre 2013, quando l’epidemia è iniziata, alla data di ieri 8 ottobre, sono riportati “3.877 decessi degli 8.033 casi confermati, con un tasso di mortalità del 48%”.
“RAFFORZARE I CONTROLLI DALL’AFRICA” - “Adotteremo misure per rafforzare le procedure di individuazione di eventuali soggetti a rischio Ebola già prima dell’imbarco aereo in Africa”. A dirlo il Ministro della salute Beatrice Lorenzin al Senato, evidenziando l’importanza degli uffici di Santià marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) come “filtro contro le malattie” annunciando in seguito una campagna informativa.
(Giornalettismo)

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