Un numero enorme di abusi di diritti umani è stato commesso in nove settimane (dal 6 luglio al 10 settembre) in Iraq dai combattenti dello Stato Islamico; abusi che possono essere considerati crimini di guerra o crimini contro l’umanità. A sottolinearlo è un nuovo rapporto delle Nazioni Unite secondo cui crimini sono stati commessi anche dalle forze armate irachene
Il documento è stato realizzato sulla base di 500 interviste. Da queste si evince come lo Stato Islamico abbia attaccato in maniera sistematica civili e installazioni civili, facendo ricorso anche a rapimenti, stupri e altre forme di violenza fisica e sessuale.
“Le violenze – si legge nel rapporto – sono state commesse contro donne e bambini, includono il reclutamento forzato di minori, la distruzione e dissacrazione di luoghi religiosi e culturalmente significativi, la distruzione e il saccheggio di proprietà private, la violazione di libertà fondamentali”.
Il rapporto non tiene conto dell’uccisione di civili perché gli autori non erano nelle condizioni di poter verificare direttamente caso per caso.
Intanto sul campo, Stato islamico e forze curde si stanno continuando a confrontare sia in Iraq che in Siria nonostante i raid aerei di Stati Uniti e alleati abbia contribuito a rallentare o fermare la loro avanzata consentendo in alcuni casi delle controffensive.
(Atlas)

Nessun commento:
Posta un commento