Capannello di dimostranti a Istanbul davanti a un'immagine
di Berkin Elvan (foto Ansa)
La notizia della morte del ragazzo ha riacceso le tensioni in tutto il Paese. Oltre 150 le persone arrestate durante le manifestazioni organizzate in molte città. La polizia è intervenuta con la forza in diverse occasioni, facendo uso di lacrimogeni, spray urticante e cannoni ad acqua, contro i dimostranti. Ci sono stati incidenti a Istanbul, Ankara, Adana, Mersin, Smirne, Eskisehir, Antiochia, Antalya, Bursa e si contano almeno 20 i feriti. Programmata una marcia anti Erdogan dopo i funerali.
ROMA - Torna alta la tensione in Turchia, a provocare nuove dimostrazioni la notizia della morte, dopo 9 mesi di coma, di Berkin Elvan il quindicenne che era rimasto gravemente ferito dalla polizia durante le proteste di giugno a Gezi Park, a Istanbul. Oltre 150 persone sono state arrestate nelle manifestazioni spontanee in decine di città. I funerali del ragazzo a Istanbul luogo d’appuntamento per migliaia di dimostranti pronti a marciare per protestare contro le politiche del governo del premier Recep Tayyip Erdogan.
La polizia è intervenuta con la forza ieri sera in diverse città, facendo uso anche di lacrimogeni, spray urticante e cannoni ad acqua, contro i manifestanti. Ci sono stati incidenti a Istanbul, Ankara, Adana, Mersin, Smirne, Eskisehir, Antiochia, Antalya, Bursa. Almeno 20 i feriti, di cui due sono in condizioni ritenute serie dopo essere stati investiti da automezzi della polizia. Proteste anti Erdogan si sono registrate anche in diverse Capitali estere, in particolare a Parigi, Londra, Vienna, New York, Berlino e Stoccolma. La nuova fiammata di agitazione interviene a meno di 20 giorni dalle cruciali elezioni amministrative del 30 marzo, e mentre il premier turco è invischiato negli scandali di corruzione esplosi con la tangentopoli del Bosforo il 17 dicembre scorso.
Tutto il Paese è stato scosso da un’ondata di rabbia e di dolore dalla notizia della morte di Berkin. La madre del ragazzo era uscita dall'ospedale in lacrime accusando: "Non è stato Dio a togliermelo, me l'ha portato via Erdogan". Durante le grandi rivolte di Gezi in giugno il premier islamico aveva denunciato i milioni di giovani manifestanti che lo contestavano come "vandali" e "terroristi" e aveva incoraggiato la polizia a reprimere duramente il movimento. A Istanbul ci sono stati incidenti già davanti all'ospedale. Centinaia di persone sono accorse quando si è sparsa la notizia della morte del ragazzo. La polizia ha lanciato lacrimogeni. La folla ha gettato sassi contro un bus delle forze dell'ordine. Berkin è il settimo giovane morto a causa delle violenze della polizia durante le grandi proteste di Gezi Park, che avevano fatto anche 8mila feriti.
Drammatica la sua storia. Berkin era uscito di casa il 16 giugno per comprare il pane per il pranzo. Non è mai tornato. Passando vicino a una manifestazione, era stato colpito alla testa da una granata lacrimogena sparata da un agente a tiro teso e altezza d'uomo. Da allora non è più uscito dal coma. Negli ultimi giorni pesava ormai solo 16 chili. Nessuno è stato incriminato per averlo colpito. L'agente che ha sparato il candelotto non è mai stato identificato...
(RaiGiornaleradio)

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