Nel 93 temeva rivendicazioni russe in Ucraina. «L'Osce la protegga», scriveva nei documenti desecretati.
Era il dicembre 1993 ma il pericolo, evidentemente, era già nell'aria. L'Unione sovietica da due anni non esisteva più, eppure nei corridoi della Casa Bianca qualcuno temeva le rivendicazioni della neonata Russia sulle ex repubbliche dell'Urss. Ucraina in primis.
In un documento desecretato dalla biblioteca di Bill Clinton, intitolato La politica americana verso l'Europa centrale e orientale, l'ex presidente americano affermava la necessità di «stabilire il principio che nessuno Stato ha il diritto di proteggere la propria minoranza etnica in uno Stato vicino». Esattamente la motivazione con cui oggi, 20 anni più tardi, il presidente Vladimir Putin ha invaso la Crimea, regione autonoma a maggioranza russa sotto il controllo dell'Ucraina.
IL MEMORANDUM VIOLATO. Proprio l'Ucraina, nel dicembre 1993, era al centro dei pensieri di Clinton, il quale pochi giorni più tardi (il 14 gennaio dell'anno successivo) avrebbe firmato con i suoi omologhi russo, Boris Eltsin, e ucraino, Leonid Kravchuk, l'accordo di disarmo nucleare di Kiev.
Il preludio a un'altra firma, ancora più importante. Quella apposta il 5 dicembre 1994 a Budapest sul Memorandum sulle garanzie di sicurezza, in cui Washington e Mosca si impegnavano a non violare le frontiere ucraine.
Ora che quell'impegno è stato violato (dal Cremlino), le parole scritte contenute in quel documento datato 1993 appaiono più profetiche che mai.
LA MISSIONE MILITARE DELL'OSCE. Secondo l'allora presidente americano, il compito di proteggere la democrazia nei cosiddetti Newly Independent States (Nis) spettava all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce): «L'Osce deve avere la preminenza a questo riguardo, e l'Alto commissario per le minoranze deve essere appoggiato», scriveva. «Gli interventi unilaterali vanno vietati. L'Osce deve partecipare altresì alla prevenzione dei conflitti e le sue missioni a lungo termine devono includere anche militari». Con tanto di intelligence, logistica e comunicazioni.
Per scongiurare la nascita di nuove barriere dopo il Muro di Berlino, Washington proponeva di integrare Cee, Russia e Nis «in un sistema di sicurezza euro-atlantico dove le relazioni tra gli Stati siano altrettanto costruttive e pacifiche quanto quelle tra i Paesi membri della Nato».
Nato che, si legge nel documento, «in un ambito del genere potrebbe svolgere operazioni di peacekeeping e gestione di crisi non soltanto più su mandato dell'Onu ma anche dell'Osce».Lunedì, 10 Marzo 2014(Lettera 43)
In un documento desecretato dalla biblioteca di Bill Clinton, intitolato La politica americana verso l'Europa centrale e orientale, l'ex presidente americano affermava la necessità di «stabilire il principio che nessuno Stato ha il diritto di proteggere la propria minoranza etnica in uno Stato vicino». Esattamente la motivazione con cui oggi, 20 anni più tardi, il presidente Vladimir Putin ha invaso la Crimea, regione autonoma a maggioranza russa sotto il controllo dell'Ucraina.
IL MEMORANDUM VIOLATO. Proprio l'Ucraina, nel dicembre 1993, era al centro dei pensieri di Clinton, il quale pochi giorni più tardi (il 14 gennaio dell'anno successivo) avrebbe firmato con i suoi omologhi russo, Boris Eltsin, e ucraino, Leonid Kravchuk, l'accordo di disarmo nucleare di Kiev.
Il preludio a un'altra firma, ancora più importante. Quella apposta il 5 dicembre 1994 a Budapest sul Memorandum sulle garanzie di sicurezza, in cui Washington e Mosca si impegnavano a non violare le frontiere ucraine.
Ora che quell'impegno è stato violato (dal Cremlino), le parole scritte contenute in quel documento datato 1993 appaiono più profetiche che mai.
LA MISSIONE MILITARE DELL'OSCE. Secondo l'allora presidente americano, il compito di proteggere la democrazia nei cosiddetti Newly Independent States (Nis) spettava all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce): «L'Osce deve avere la preminenza a questo riguardo, e l'Alto commissario per le minoranze deve essere appoggiato», scriveva. «Gli interventi unilaterali vanno vietati. L'Osce deve partecipare altresì alla prevenzione dei conflitti e le sue missioni a lungo termine devono includere anche militari». Con tanto di intelligence, logistica e comunicazioni.
Per scongiurare la nascita di nuove barriere dopo il Muro di Berlino, Washington proponeva di integrare Cee, Russia e Nis «in un sistema di sicurezza euro-atlantico dove le relazioni tra gli Stati siano altrettanto costruttive e pacifiche quanto quelle tra i Paesi membri della Nato».
Nato che, si legge nel documento, «in un ambito del genere potrebbe svolgere operazioni di peacekeeping e gestione di crisi non soltanto più su mandato dell'Onu ma anche dell'Osce».

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