Ucciso un militare ucraino. Putin firma l'annessione alla Russia. Obama convoca il G7 senza Mosca.
Il primo morto nel conflitto, che finora era stato solo a parole, ha fatto salire la tensione alle stelle tra Russia e Ucraina.
Il 18 marzo un soldato ucraino è stato ucciso nel corso di un attacco russo a Sinferopoli, provocando la dura reazione di Kiev che ha dato ordine alle proprie truppe barricate nelle basi in Crimea di sparare a vista contro i militari di Mosca.
Intanto Vladimir Putin, incurante delle sanzioni occidentali, ha accolto la Penisola nella Federazione russa, firmando il trattato di unificazione con effetto immediato.
VERSO UN G7 ALL'AJA. Nonostante la minaccia di nuove sanzioni e la sempre più probabile sostituzione del G8 di Sochi con un G7 all'Aja da parte di Barack Obama (che ha definito le mosse di Putin una minaccia per la pace) il presidente russo ha detto che «la Crimea era e resta una parte inseparabile dalla Russia».
Il leader del Cremlino ha puntato il dito anche contro «l'irresponsabilità e il cinismo dell'Occidente», firmando poi l'accordo che deve essere ancora ratificato dal parlamento.
KIEV, USA E UE NON ACCETTANO IL REFERENDUM. Una svolta che ha scatenato le immediate reazioni di Kiev e dell'Occidente, accomunate dal rifiuto di riconoscere il referendum per l'annessione della Crimea.
Il premier ucraino Arseni Yatseniuk l'ha bollata come una «rapina su scala internazionale», mentre il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha accusato addirittura Putin di imitare l'esempio della Germania nazista.
E mentre il vicepresidente americano Joe Biden è volato in Polonia per rassicurare l'alleato Nato, definendo l'annessione come una «confisca di territorio», Obama ha proposto una riunione dei leader del G7 all'Aja e ha telefonato alla Merkel per proseguire con una reazione coordinata.
DALLO SCONTRO DIPLOMATICO A QUELLO MILITARE? Anche l'Italia ha criticato il passo del Cremlino: «L'annessione della Crimea è un grave sviluppo negativo della crisi che prefigura un isolamento» della Russia perché «frutto di azioni unilaterali non giustificate», ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini.
Dopo la firma al Cremlino, Putin ha celebrato lo storico accordo con un bagno di folla in Piazza Rossa davanti a oltre 110 mila persone. Ha cantato l'inno e raccolto ovazioni. Ma la battaglia diplomatica (e forse militare) con l'Occidente e Kiev è appena iniziata.Martedì, 18 Marzo 2014(Lettera 43)
Il 18 marzo un soldato ucraino è stato ucciso nel corso di un attacco russo a Sinferopoli, provocando la dura reazione di Kiev che ha dato ordine alle proprie truppe barricate nelle basi in Crimea di sparare a vista contro i militari di Mosca.
Intanto Vladimir Putin, incurante delle sanzioni occidentali, ha accolto la Penisola nella Federazione russa, firmando il trattato di unificazione con effetto immediato.
VERSO UN G7 ALL'AJA. Nonostante la minaccia di nuove sanzioni e la sempre più probabile sostituzione del G8 di Sochi con un G7 all'Aja da parte di Barack Obama (che ha definito le mosse di Putin una minaccia per la pace) il presidente russo ha detto che «la Crimea era e resta una parte inseparabile dalla Russia».
Il leader del Cremlino ha puntato il dito anche contro «l'irresponsabilità e il cinismo dell'Occidente», firmando poi l'accordo che deve essere ancora ratificato dal parlamento.
KIEV, USA E UE NON ACCETTANO IL REFERENDUM. Una svolta che ha scatenato le immediate reazioni di Kiev e dell'Occidente, accomunate dal rifiuto di riconoscere il referendum per l'annessione della Crimea.
Il premier ucraino Arseni Yatseniuk l'ha bollata come una «rapina su scala internazionale», mentre il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha accusato addirittura Putin di imitare l'esempio della Germania nazista.
E mentre il vicepresidente americano Joe Biden è volato in Polonia per rassicurare l'alleato Nato, definendo l'annessione come una «confisca di territorio», Obama ha proposto una riunione dei leader del G7 all'Aja e ha telefonato alla Merkel per proseguire con una reazione coordinata.
DALLO SCONTRO DIPLOMATICO A QUELLO MILITARE? Anche l'Italia ha criticato il passo del Cremlino: «L'annessione della Crimea è un grave sviluppo negativo della crisi che prefigura un isolamento» della Russia perché «frutto di azioni unilaterali non giustificate», ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini.
Dopo la firma al Cremlino, Putin ha celebrato lo storico accordo con un bagno di folla in Piazza Rossa davanti a oltre 110 mila persone. Ha cantato l'inno e raccolto ovazioni. Ma la battaglia diplomatica (e forse militare) con l'Occidente e Kiev è appena iniziata.

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