lunedì 8 aprile 2013

SIRIA: GARANTIRE IL PASSAGGIO DEI CONVOGLI UMANITARI...


Garantire il passaggio ai convogli che trasportano aiuti umanitari alla popolazione civile all'interno della Siria. Questo l'appello reiterato oggi dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a tutte le parti coinvolte. A causa delle  difficili condizioni di sicurezza la partenza di diversi convogli subirà dei ritardi o verrà annullata, privando molti siriani di un'assistenza della quale hanno un disperato bisogno.
In base alle ultime stime delle Nazioni Unite gli sfollati all'interno della Siria sono almeno 3,6 milioni. Al momento gli aiuti riescono a raggiungere solo una parte delle persone che ne avrebbero reale necessità, nonostante l'impegno congiunto dell'UNHCR e dei suoi partner governativi e non  per far sì che l'assistenza arrivi a destinazione.
Le difficili condizioni di sicurezza non hanno comunque frenato l'UNHCR dal potenziare le proprie operazioni. Dall'inizio del 2013 l'Agenzia ha infatti consegnato aiuti a Deir Ezzor, Daraa, Ar Raqqah, Idlib e Hama, mentre lo scorso anno alle esistenti presenze a Damasco, Aleppo e Al Hasakeh, sono state aggiunte le strutture di Al Nabak e Homs. Queste attività hanno avuto l'importante effetto di avvicinare l'Agenzia a molte delle aree in cui si concentrano le popolazioni sfollate e colpite dal conflitto.
Consegnare aiuti umanitari ad almeno 1 milione di persone entro il prossimo mese di giugno è l'attuale obiettivo dell'UNHCR, che auspica di raggiungere molte più persone nei mesi successivi. Fino al 20 marzo erano stati consegnati aiuti a oltre 437mila persone in alcune delle province più colpite, come quelle di Aleppo, Al Hassakeh, Ar-Raqqah, Damascus, Daraa, Deir Ezzor, Hama e Idlib.
Coperte e materassi, tende, articoli per la famiglia e vestiario tra i beni consegnati - direttamente dall'UNHCR o attraverso le organizzazioni non governative locali e la Mezzaluna rossa araba siriana (SARC). Dall'inizio dell'anno inoltre 4 convogli – uno dei quali attraverso la collaborazione con altre agenzie dell'ONU - hanno viaggiato verso le aree del nord. La consegna più recente lo scorso 18 marzo, quando 7 automezzi organizzati da SARC e partiti da Damasco con a bordo 130 tonnellate di aiuti sono arrivati a Tal Abiyad nella provincia di Ar Raqqah. Anche il Programma Alimentare Mondiale (PAM/WFP) ha inviato 4 automezzi che hanno trasportato 5mila kit alimentari.
L'assistenza finanziaria in Siria resta una priorità. Lo scorso anno l'UNHCR ha fornito sostegno economico a 14.607 famiglie a Damasco, Al Hasakeh e Al Nabek, quest'anno a 6.400 famiglie della capitale. A causa delle precarie condizioni di sicurezza, i progetti per estendere il programma all'area di Homs hanno dovuto essere rinviati ma l'Agenzia conta di poter procedere nelle prossime settimane.
L'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), in base agli accordi, coordina le attività umanitarie all'interno della Siria. L'UNHCR è a capo di 3 settori d'intervento: la distribuzione di aiuti per le famiglie; il sostegno in materia di alloggi (attività che comprende il ripristino degli alloggi, la fornitura di tende e materiale per allestire alloggi); e i servizi per la comunità (tra cui visite nelle aree d'origine e la gestione dei centri per i servizi sociali e delle linee telefoniche dedicate). L'Agenzia inoltre partecipa alle attività in altre 3 aree: istruzione, salute,  acqua e sistemi igienico-sanitari.
I 70mila rifugiati provenienti da Iraq, Afghanistan e Somalia che vivono ancora in Siria si trovano ad affrontare le stesse difficoltà e gli stessi pericoli delle comunità locali che li hanno accolti. L'UNHCR prosegue nel suo impegno per garantire assistenza e protezione a queste popolazioni vulnerabili, composte da persone che spesso dispongono di limitati meccanismi di sostegno, in particolare se hanno perso il lavoro e se sono state costrette a spostarsi a causa del conflitto.
L'UNHCR ha ricevuto informazioni che parlano di minacce e rapimenti nei confronti di rifugiati. Un rifugiato afghano è rimasto ucciso quando un colpo di mortaio ha colpito la sua abitazione. Particolarmente vulnerabili sono i bambini rifugiati, alcuni dei quali soffrono di problemi psicosociali e molti dei quali hanno lasciato la scuola. Sostegno finanziario e accesso alle cure mediche tra le attività di assistenza. Per i rifugiati che non possono considerare la possibilità di tornare nel proprio paese d'origine – tra cui coloro che provengono da Iraq, Somalia, Afghanistan e i palestinesi provenienti dall'Iraq – il reinsediamento costituisce una priorità assoluta.
Dall'inizio del conflitto in Siria almeno 76mila cittadini iracheni sono rientrati nel proprio paese, nonostante per molti di loro le condizioni in patria fossero lontane dall'essere ideali. Al loro arrivo in Iraq e dopo le operazioni di registrazione presso le autorità, l'UNHCR fornisce loro aiuti e una somma in denaro una tantum pari a 400 dollari USA per le famiglie e a 200 dollari USA per le singole persone. Dal novembre 2012 alla fine dello scorso gennaio 3.116 famiglie – complessivamente 18.815 persone – hanno beneficiato di questa assistenza.
Statistiche
Sono 1.180.652 i cittadini siriani registrati o assistiti come rifugiati nei paesi della regione circostante la Siria.
Libano: 376.547 al 22 marzo (240.763 registrati e 135.784 in attesa di registrazione)
Giordania: 370.391 al 24 marzo (315.435 registrati e 54.956 in attesa)
Turchia: 261.635 al 20 marzo in base alle cifre fornite dal governo turco
Il governo della Turchia ha avviato le operazioni di registrazione dei rifugiati siriani che vivono nelle aree urbane. Finora i rifugiati siriani registrati nelle aree urbane sono 40.954 che vanno ad aggiungersi ai 189.681 registrati nei campi per un totale di 230.635. Circa 31mila siriani inoltre sono in attesa di essere registrati nelle aree urbane.
Iraq: 118.213 al 24 marzo
Egitto: 45.604 al 24 marzo (25.604 registrati e 20.000 in attesa)
Nord Africa: 8.262 al 28 febbraio
( UNHCR Th UN Refugee Agency )

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