Il premier siriano Wael Al-Halqi
Il convoglio dove viaggiava Al-Halqi è stato colpito stamattina a Damasco dall'esplosione di un autobomba. Sei le vittime nell'attacco...
dalla redazione
Roma, 29 aprile 2013, Nena News - Questa mattina il premier siriano Wael Al-Halqi è sopravvissuto ad un attacco contro il convoglio su cui viaggiava, nel centralissimo quartiere Mazzeh di Damasco. Una delle guardie del corpo del primo ministro è rimasta uccisa insieme ad altre cinque persone. A darne la notizia la tv di Hezbollah, Al Manar: "L'esplosione terrorista a Mazzeh intendeva colpire il primo ministro. Al-Halqi sta bene e non è ferito".
Si sarebbe trattato di un'autobomba esplosa al passaggio del convoglio. Al-Halqi è premier dallo scorso agosto, quando prese il posto di Riad Hijab. L'ex premier aveva lasciato il governo per unirsi alle opposizioni al presidente Bashar al-Assad.
La capitale resta uno dei teatri più caldi del conflitto tra governo e opposizioni: negli ultimi mesi si sono susseguiti attacchi terroristici e azioni militari che hanno lasciato sul terreno centinaia di morti e feriti.Secondo alcuni osservatori esterni, una simile azione dimostra l'avanzata militare delle forze di opposizione, arrivate ad avere come target l'entourage di Assad. Difficile dirlo: da oltre due anni una sanguinosa guerra civile ha spaccato la Siria, senza che nessuna delle due parti prevalga sulle altre.
La pioggia di denaro e aiuti internazionali da parte della Lega Araba e dei governi occidentali non ha ancora permesso ai "ribelli" di prendere il controllo del Paese perché parte della popolazione è rimasta fedele al presidente Assad e al regime alawita. Stesso dicasi per l'esercito: nonostante le numerose defezioni, le forze militari proseguono i combattimenti contro le opposizioni. Una transizione politica che non tenga conto delle forze in campo non avrebbe alcuna possibilità di successo.
E forse gli Stati Uniti lo hanno capito. Nei giorni scorsi Washington ha accusato Assad di utilizzo di armi chimiche contro la popolazione, mettendo sul tavolo un possibile intervento esterno sotto l'ombrello della NATO. Una soluzione che Israele spinge da tempo, ma che non convince del tutto Obama e lascia perplessa l'Unione Europea secondo la quale le prove dell'utilizzo di armi chimiche sono troppo labili per giustificare un attacco militare.
(Nena News)

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