giovedì 25 aprile 2013

Siria, l’esercito di Assad riconquista Otaybab Pentagono: le armi chimiche “questione seria”...


LA CITTÀ STRATEGICA PRESA DOPO CINQUE SETTIMANE DI SCONTRI CON I RIBELLI....

Il Paese sempre più nel caos dove la violenza colpisce anche antiche vestigia, come l'antico minareto della Grande Moschea di Aleppo, del 1090, distrutto ieri. Sul fronte internazionale arriva un invito alla prudenza da parte del segretario Usa alla Difesa, Chuck Hagel, che a proposito dell’uso di strumenti di guerra biologici afferma: "I sospetti sono una cosa, ma le prove un'altra". Ancora ignota la sorte dei due vescovi ortodossi rapiti pochi giorni fa...


GERUSALEMME...Siria sempre in bilico tra gli scontri sul terreno e la diplomazia che non incide sulla realtà di guerra civile che ha investito il Paese mediorientale. Le ultime notizie dal fronte parlano della riconquista, da parte delle truppe fedeli a Bashar al-Assad, della città di Otaybah, centro strategico a Est della Capitale siriana, dopo una battaglia di cinque settimane con i ribelli. Ieri, Invece, la drammatica notizia della distruzione dell'antico minareto della Grande Moschea di Aleppo, finito di costruire nel 1090. Ed è ancora un mistero la sorte dei due vescovi ortodossi rapiti pochi giorni fa. Dagli Stati Uniti, invece, giunge il monito alla prudenza del segretario di Stato Usa, Chuck Hagel, che a proposito del possibile utilizzo di armi chimiche afferma: "I sospetti sono una cosa, ma le prove un'altra".
La notizia del successo militare dell’esercito regolare a Otaybah è stata data dagli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani e dai media del Paese. L'agenzia stampa Sana ha dichiarato che le truppe governative hanno "ripristinato il controllo completo sulla città", che si trova su una strada che collega Damasco con il suo aeroporto internazionale, usata delle forze ribelli per trasportare armi e altre forniture. I soldati governativi, ha scritto Sana, "hanno scoperto diversi tunnel che sono stati usati dai terroristi per spostare e trasferire armi e munizioni". Con la parola terroristi, il regime si riferisce ai ribelli. Il capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdul-Rahman, ha dichiarato: "E' una grande vittoria per il regime e un duro colpo per l'opposizione, che ora rischia di perdere altre città e villaggi intorno a Damasco".
Dagli Stati uniti, invece, il capo del Pentagono è tornato sul problema del ricorso all’arsenale chimico da parte del regime di Damasco. Un’eventualità definita una "questione seria" da Chuck Hagel che ha parlato delle verifiche e dei controlli che l'amministrazione americana sta tuttora effettuando per accertare l'eventuale impiego di armi chimiche in Siria da parte dei fedeli ad Assad. Il segretario di Stato Usa alla Difesa, in visita in Egitto, ha sottolineato che è necessario non cedere alla fretta solo perché “diversi Stati terzi pensano le responsabilità di Damasco siano di per sé evidenti” aggiungendo che "i sospetti sono una cosa, ma le prove un'altra", ha ammonito il ministro della Difesa americano.
Hagel, che il giorno prima aveva avuto colloqui a Gerusalemme, si è anche espresso, per la prima volta, sulle accuse formulate dal generale Itai Brun, responsabile della divisione Ricerca e Analisi dei servizi segreti militari israeliani, secondo il quale negli ultimi tempi le forze lealiste siriane avrebbero fatto un "uso crescente di missili terra-terra, razzi e armi chimiche", tra cui sarin, uno dei gas nervini più potenti e pericolosi affermando: "Nessuno in Israele mi ha esposto una valutazione del genere. Penso che non fosse completa, e dunque non ne ho esaminato i dettagli, non ne ho parlato con alcun dirigente israeliano né specificamente ne ho discusso con qualche funzionario dei nostri servizi segreti".
Infine, a chi gli chiedeva conto della lettera inviata al presidente Barack Obama e firmata da un gruppo bipartisan di senatori, tra cui il repubblicano John McCain e il democratico Carl Levin, per chiedere al presidente Usa di pronunciarsi una volta per tutte al riguardo, ha detto: "siamo convinti sia una domanda alla quale si può rispondere in maniera schietta", ha osservato Hagel, "senza peraltro compromettere fonti e metodi cruciali d'intelligence, come hanno del resto fatto", ha concluso, "i nostri alleati francesi, britannici e israeliani".
(GRR Rai Giornale Radio)

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