mercoledì 17 aprile 2013
Assad: sarà vittoria o la fine del paese...
Damasco, 17-04-2013
In Siria e' in corso "una guerra" e il regime non ha altra scelta che uscirne vittorioso, perche' in caso contrario sarebbe "la fine" del Paese. Lo ha detto il presidente Bashar al Assad in un' anticipazione dell'intervista alla tv ufficiale Al Ikhbariya. "Lo ripeto, no alla resa e no alla sottomissione", ha aggiunto Assad.
Assad: Occidente pagherà per sostegno ad Al-Qaeda
"L'Occidente ha finanziato al-Qaeda al suo inizio in Afghanistan e poi ha pagato un caro prezzo. Ora sta sostenendo al-Qaeda in Siria, in Libia e in altre zone e ne
paghera' il prezzo nel cuore dell'Europa e degli Stati Uniti". E' quanto afferma il presidente siriano Bashar al-Assad in un'intervista che verra' trasmessa nelle prossime ore dalla tv filogovernativa siriana Al-Ikhbariya e di cui l'agenzia di stampa Dpa ha diffuso alcune anticipazioni.
Le parole di Assad arrivano dopo il giuramento di fedelta' dei jihadisti del Fronte al-Nusra in Siria al successore di Osama bin Laden, l'egiziano Ayman al-Zawahiri, e quindi ad al-Qaeda. Il regime di Assad ha sempre descritto i ribelli che combattono contro le forze governative come "terroristi".
Onu: ancora no a autorizzazione a ispettori su armi chimiche
La Siria non ha ancora autorizzato a entrare nel Paese il team di investigatori che devono indagare sul presunto uso di armi chimiche. Lo ha fatto sapere il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon. Ban ha confermato durante una conferenza stampa che l'impasse continua. Damasco vuole che l'indagine sia limitata a un singolo incidente avvenuto a marzo nel villaggio di Khan al-Assal, nei pressi di Aleppo. I ribelli hanno accusato le forze del regime di aver condotto l'attacco. Il Regno Unito e la Francia vogliono invece che l'Onu indaghi sul presunto uso di armi chimiche a Khan al-Assal e nel villaggio di Ataybah il 19 marzo, nonchT a Homs il 23 dicembre scorso. Gli ispettori dell'Onu si trovano a Cipro in attesa dell'autorizzazione a entrare in Siria.
Attivisti: almeno 86 morti, solo a Damasco 42
E' di almeno 86 morti l'ultimo bilancio, ancora provvisorio, delle violenze che anche oggi hanno insanguinato la Siria, nel giorno in cui il regime degli Assad ha sempre festeggiato l'anniversario dell'Indipendenza dal mandato francese. A fornire il bilancio sono gli attivisti dei Comitati di coordinamento locale in Siria, secondo i quali tra le vittime ci sono dieci donne e sette bambini.
Sulla loro pagina Facebook, i Comitati scrivono che la maggior parte dei "martiri" si registra a Damasco e nei suoi sobborghi, dove si contano 42 morti. Altre 27 persone, si legge, sono rimaste uccise nella zona di Homs, sei a Daraa e cinque a Dayr az-Zor.
Quattro vittime, infine, nell'area di Idlib e due nella regione di Aleppo.
Diverso il bilancio fornito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede a Londra. Sulla sua pagina Facebook l'Osservatorio parla di 53 morti accertati, precisando che tra questi ci sono 21 sono civili, fra i quali tre bambini. Tra le 50 vittime, secondo l'ong, si contano anche 16 ribelli (fra i quali "due non siriani"), 13 soldati delle forze del regime di Bashar al-Assad e tre militari disertori.
(RAInews24.it)
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