domenica 2 febbraio 2014

La strategia qaedista in Siria...





Dall'uccisione dei comandanti ribelli al reclutamento femminile. Gli islamisti compiono il salto di qualità per instaurare a Damasco un Califfato


L’uccisione ad Aleppo di Adnan Bakour, leader della brigata Liwa al-Tawhid dell’Esercito siriano libero, segnala l’escalation della strategia islamista in Siria. I gruppi legati ad Al Qaeda sono da settimane in guerra aperta con gli altri ribelli e ora hanno deciso di puntare sul bersaglio grosso: l’eliminazione dei comandanti delle truppe. Il progetto è molto chiaro: si punta a indebolire le fazioni ribelli per porsi come unica forza anti-Assad.
Il “triangolo” del conflitto è sempre più letale. C’è il regime, contrastato dalle opposizioni, e in mezzo ci sono gli estremisti islamici che combattono due nemici, perché lo scopo non è l’instaurazione di una democrazia bensì di un Califfato con base a Damasco. Una sorta di tutti contro tutti che finisce per rendere ulteriormente drammatica la condizioni della popolazione civile.
Anche per questo motivo l’Occidente ha cercato di aumentare gli sforzi per raggiungere un’intesa tra il governo e i rivoltosi. Ma la Conferenza non ha prodotto gli esiti sperati, al di là di qualche flebile concessione.
Lo Stato islamico di al-Qaeda (emanazione dello Stato Islamico dell’Iraq e il Levante) sta confermando il suo attivismo nella guerra civile siriana, ponendosi al fianco dei guerriglieri di Jabhat al-Nusra, il fronte ufficialmente legato ad Al Qaeda e per questo inserito ufficialmente nella lista delle organizzazioni terroristiche dagli Stati Uniti.
Nelle ultime settimane nella città di Raqqah, nel nord della Siria, è stata annunciata la formazione di battaglioni qaedisti formato da donne. Secondo quanto riportato dal quotidiano arabo Asharq al-Awsat, il reclutamento è avvenuto tra le giovani single di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Le brigate sono state ribattezzate Al-Khansaa e Umm al-Rayan e il loro nome può diventare tragicamente noto nei prossimo mesi. La funzione rischia di essere strategica: le donne in burqa possono penetrare nelle linee nemiche, eludendo i controlli e fungendo da punto di appoggio per eventuali azioni militari o per portare al termine attacchi in maniera diretta.
Insomma Lo Stato islamico di al-Qaeda è sempre più solido, facendosi beffe dei tentativi di una tregua per il conflitto civile in Siria. Che ha un bilancio sempre più drammatico: le stime più attendibili parlano di almeno 130mila vittime e 2 milioni di profughi...
(IL Journal)

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