domenica 1 dicembre 2013

Il monito del Papa per la Siria: «No violenza, soluzione è dialogo»...


.Di Roberto Monteforte

il Pontefice torna a denunciare la «grande tribolazione» della popolazione siriana ricevendo in udienza i rappresentanti della Chiesa di Antiochia dei Greco-melchiti....

Non si può restare indifferenti di fronte alla «grande tribolazione» che patisce e «da lungo tempo» la popolazione siriana. E' un dramma che Papa Francesco torna a denunciare ricevendo in udienza i rappresentanti della Chiesa di Antiochia dei Greco-melchiti, una delle comunità cristiane più antiche del Medio Oriente, in pellegrinaggio a Roma.

«Prego per quanti hanno perso la vita e per i loro cari afferma accorato il pontefice e aggiunge: «Voglia il Signore asciugare le lacrime di questi suoi figli; la vicinanza di tutta la Chiesa li conforti nell’angoscia e li preservi dalla disperazione».

E' dallo scorso 7 settembre - da quando ha chiamato la Chiesa del mondo intero, i credenti delle altre religioni e gli uomini di buona volontà a digiunare e pregare per la pace e la riconciliazione in Siria e ha lanciato il suo monito ai grandi della Terra convenuti a San Pietroburgo in Russia per il G8 perché si seguisse la strada della dialogo e della vera pace - che Papa Bergoglio non ha mai smesso di lanciare l'allarme sulla situazione siriana.

Oggi è tornato a ribadirlo: «Crediamo fermamente nella forza della preghiera e della riconciliazione, e rinnoviamo il nostro accorato appello ai Responsabili perché cessi ogni violenza e attraverso il dialogo si trovino soluzioni giuste e durature ad un conflitto che ha già causato troppi danni».

E' la via del negoziato che torna ad indicare. E' l'invito a non bruciare l'occasione della Conferenza di pace di Ginevra2. Con una sottolineatura in più rivolta alle «varie confessioni religiose» presenti nella Regione, quindi non solo alle altre comunità cristiane, ma anche a quelle islamiche sunnite e sciite, ugualmente colpite duramente dalla violenza. Le esorta “al rispetto vicendevole” per assicurare a tutti “un futuro basato sui diritti inalienabili della persona, compresa la libertà religiosa”.
Al Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, S.B. Gregorios III Laham che guida la delegazione, al Sinodo e ai fedeli che lo accompagnano nel pellegrinaggio alla tomba di Pietro, Papa Francesco ricorda come la loro Chiesa nei secoli abbia saputo convivere pacificamente con altre religioni e come oggi “sia chiamata a svolgere un ruolo di fraternità in Medio Oriente”. Quindi il vescovo di Roma ha rinnovato il suo monito “Non ci rassegniamo a pensare al Medio Oriente senza i cristiani”. Lo aveva già scandito lo scorso 21 settembre, ricevendo in udienza i Patriarchi delle Chiese Orientali cattoliche. Papa Francesco si è rivolto anche alla “diaspora”, ai tanti tanti cristiani greco-melkiti che hanno dovuto lasciare il loro Paese, e li ha incoraggiati a “a mantenere salde le radici umane e spirituali della tradizione melkita, custodendo dovunque l’identità greco-cattolica”. “La Chiesa intera – ha scandito - ha bisogno del patrimonio dell’Oriente cristiano, di cui anche voi siete eredi”.
Il pontefice che in occasione della festa dell'apostolo Sant'Andrea, patrono della Chiesa d'Oriente ha inviato un messaggio al Patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I, infine, richiamando i principi del Concilio Vaticano II, ha ribadito l'impegno nel cammino ecumenismo della Chiesa di Roma con le Chiese ortodosse d'Oriente. Lo ha fatto sottolineando come oggi “l'unità” da ritrovare “richieda una costante conversione da parte di tutti”....
(l'Unita')

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