Russia: le conseguenze sarebbero gravissime. Oggi la visita degli ispettori dell'Onu. Assad parla di «accuse insensate da Occidente». Turchia: parteciperemo a
qualsiasi coalizione anche senza le Nazioni Unite
ROMA - La marina britannica sarebbe pronta ad unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco missilistico in Siria, in uno degli sviluppi possibili in risposta all'escalation dopo il presunto attacco chimico a Damasco dello scorso 21 agosto, e che potrebbe partire già a giorni. Lo riferiscono alcuni giornali britannici. Intanto inizieranno oggi le ispezioni dell'Onu sull'uso di armi chimiche in Siria.
«Obama e Cameron pensano a un attacco a nei prossimi giorni». Il Daily Telegraph online cita fonti governative britanniche secondo cui continueranno i contatti tra il premier David Cameron e il presidente americano Barack Obama a riguardo, precisando tuttavia che nel caso in cui una decisione in questa direzione venga presa l'azione militare potrebbe partire entro la prossima settimana. Il Daily Mail online scrive che l'ipotesi è stata discussa durante una telefonata di 40 minuti tra Cameron e Obama e che una decisione verrà presa entro 48 ore.
La posizione ufficiale di Londra. Una risposta all'uso di armi chimiche da parte del regime siriano sarebbe possibile anche senza l'appoggio unanime del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico William Hague alla Bbc radio.
La Casa Bianca smentisce. La Casa Bianca ha smentito informazioni riportate dal quotidiano britannico Telegraph secondo le quali Washington e Londra si appresterebbero a lanciare un'azione militare in Siria «nei prossimi giorni». «Il presidente Obama non ha deciso di impegnarsi in un'azione militare», ha detto un responsabile alla presidenza. Ma il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, ha dichiarato alla tv pubblica France 2, parlando del presunto attacco chimico del 21 agosto a Damasco, che «la comunità internazionale non può lasciar passare questo crimine contro l'umanità», pur escludendo qualsiasi azione immediata di Parigi.
«Abbiamo un'esigenza - ha detto - che la commissione delle Nazioni unite possa fare completamente la sua inchiesta, liberamente e rapidamente perchè venga stabilita la verità». «È successo che, senza dubbio, quasi certamente, il regime di Bashar al Assad ha utilizzato l'arma chimica contro il proprio popolo - ha detto Ayrault - una volta che quest'inchiesta sarà conclusa, ci aspettiamo dalla comunità internazionale una decisione ferma, una decisione chiara».
Da oggi infatti gli ispettori dell'Onu potranno indagare sul luogo del presunto attacco con armi chimiche del 21 agosto in Siria. Dopo cinque giorni di pressioni internazionali, ieri è infatti arrivata l'autorizzazione di Damasco alle ispezioni e oggi gli esperti si recano nella Ghouta orientale, vicino alla capitale, sul posto della strage di cui governo e ribelli si rimpallano la responsabilità.
Mosca avverte: conseguenze gravissime in caso di attacco.La Russia ha messo in guardia gli Stati Uniti sulle conseguenze «estremamente gravi» che avrebbe un eventuale intervento militare in Siria. In una telefonata di Sergej Lavrov al suo omologo Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato che le «dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington sul fatto che le truppe americane sono pronte ad intervenire nel conflitto siriano sono viste con profonda preoccupazione» da Mosca. «Si ha l'impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre più attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l'Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo.
Assad parla di «accuse insensate da Occidente». In un'intervista al quotidiano russo Izvestia, il presidente siriano Bachar al-Assad ha definito «insensate» le accuse occidentali su un attacco chimico effettuato dal suo regime e ha avvertito gli Stati Uniti che i loro progetti di un intervento militare in Siria sarebbero destinati al «fallimento».
La posizione della Turchia. La Turchia parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibili raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo ha detto oggi il ministro degli esteri turco Ahmet Davotoglu.
La visita degli ispettori Onu. Gli ispettori delle Nazioni Unite inviati in Siria per verificare l'uso di armi chimiche visiteranno oggi i sobborghi di Damasco che, in base a video diffusi la scorsa settimana dall'opposizione, sono stati colpiti da un attacco chimico che ha fatto circa 1.300 vittime. Il sopralluogo arriva dopo il via libera del regime di Damasco, concesso solo ieri. Ma gli Stati Uniti hanno già fatto sapere di ritenere che l'ispezione arrivi troppo tardi perchè possa portare ad accertamenti attendibili.
Le accuse sull'uso di armi chimiche nei sobborghi a sud e a est di Damasco, mosse inizialmente dall'opposizione, hanno trovato una prima conferma sabato scorso da parte di Medici senza Frontiere, che ha parlato di almeno 355 persone morte per aver inalato sostanze «neurotossiche». L'organizzazione, tuttavia, non si è pronunciata sulla responsabilità dell'attacco. Il regime di Bashar al-Assad ha respinto ogni accusa e sabato ha annunciato il ritrovamento di sostanze chimiche in un tunnel dei ribelli situato nel sobborgo di Jobar, tra quelli colpiti dall'attacco. In un'intervista al quotidiano russo Izvestia pubblicata questa mattina, Assad ha affermato che le accuse rivoltegli dall'Occidente sono «un insulto al buonsenso» che «hanno motivazioni politiche e sono suscitate dalla serie di vittorie che le forze del governo stanno ottenendo contro i terroristi»....
«Obama e Cameron pensano a un attacco a nei prossimi giorni». Il Daily Telegraph online cita fonti governative britanniche secondo cui continueranno i contatti tra il premier David Cameron e il presidente americano Barack Obama a riguardo, precisando tuttavia che nel caso in cui una decisione in questa direzione venga presa l'azione militare potrebbe partire entro la prossima settimana. Il Daily Mail online scrive che l'ipotesi è stata discussa durante una telefonata di 40 minuti tra Cameron e Obama e che una decisione verrà presa entro 48 ore.
La posizione ufficiale di Londra. Una risposta all'uso di armi chimiche da parte del regime siriano sarebbe possibile anche senza l'appoggio unanime del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri britannico William Hague alla Bbc radio.
La Casa Bianca smentisce. La Casa Bianca ha smentito informazioni riportate dal quotidiano britannico Telegraph secondo le quali Washington e Londra si appresterebbero a lanciare un'azione militare in Siria «nei prossimi giorni». «Il presidente Obama non ha deciso di impegnarsi in un'azione militare», ha detto un responsabile alla presidenza. Ma il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, ha dichiarato alla tv pubblica France 2, parlando del presunto attacco chimico del 21 agosto a Damasco, che «la comunità internazionale non può lasciar passare questo crimine contro l'umanità», pur escludendo qualsiasi azione immediata di Parigi.
«Abbiamo un'esigenza - ha detto - che la commissione delle Nazioni unite possa fare completamente la sua inchiesta, liberamente e rapidamente perchè venga stabilita la verità». «È successo che, senza dubbio, quasi certamente, il regime di Bashar al Assad ha utilizzato l'arma chimica contro il proprio popolo - ha detto Ayrault - una volta che quest'inchiesta sarà conclusa, ci aspettiamo dalla comunità internazionale una decisione ferma, una decisione chiara».
Da oggi infatti gli ispettori dell'Onu potranno indagare sul luogo del presunto attacco con armi chimiche del 21 agosto in Siria. Dopo cinque giorni di pressioni internazionali, ieri è infatti arrivata l'autorizzazione di Damasco alle ispezioni e oggi gli esperti si recano nella Ghouta orientale, vicino alla capitale, sul posto della strage di cui governo e ribelli si rimpallano la responsabilità.
Mosca avverte: conseguenze gravissime in caso di attacco.La Russia ha messo in guardia gli Stati Uniti sulle conseguenze «estremamente gravi» che avrebbe un eventuale intervento militare in Siria. In una telefonata di Sergej Lavrov al suo omologo Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato che le «dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington sul fatto che le truppe americane sono pronte ad intervenire nel conflitto siriano sono viste con profonda preoccupazione» da Mosca. «Si ha l'impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre più attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l'Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo.
Assad parla di «accuse insensate da Occidente». In un'intervista al quotidiano russo Izvestia, il presidente siriano Bachar al-Assad ha definito «insensate» le accuse occidentali su un attacco chimico effettuato dal suo regime e ha avvertito gli Stati Uniti che i loro progetti di un intervento militare in Siria sarebbero destinati al «fallimento».
La posizione della Turchia. La Turchia parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibili raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo ha detto oggi il ministro degli esteri turco Ahmet Davotoglu.
La visita degli ispettori Onu. Gli ispettori delle Nazioni Unite inviati in Siria per verificare l'uso di armi chimiche visiteranno oggi i sobborghi di Damasco che, in base a video diffusi la scorsa settimana dall'opposizione, sono stati colpiti da un attacco chimico che ha fatto circa 1.300 vittime. Il sopralluogo arriva dopo il via libera del regime di Damasco, concesso solo ieri. Ma gli Stati Uniti hanno già fatto sapere di ritenere che l'ispezione arrivi troppo tardi perchè possa portare ad accertamenti attendibili.
Le accuse sull'uso di armi chimiche nei sobborghi a sud e a est di Damasco, mosse inizialmente dall'opposizione, hanno trovato una prima conferma sabato scorso da parte di Medici senza Frontiere, che ha parlato di almeno 355 persone morte per aver inalato sostanze «neurotossiche». L'organizzazione, tuttavia, non si è pronunciata sulla responsabilità dell'attacco. Il regime di Bashar al-Assad ha respinto ogni accusa e sabato ha annunciato il ritrovamento di sostanze chimiche in un tunnel dei ribelli situato nel sobborgo di Jobar, tra quelli colpiti dall'attacco. In un'intervista al quotidiano russo Izvestia pubblicata questa mattina, Assad ha affermato che le accuse rivoltegli dall'Occidente sono «un insulto al buonsenso» che «hanno motivazioni politiche e sono suscitate dalla serie di vittorie che le forze del governo stanno ottenendo contro i terroristi»....
(Il Messaggero.it)

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