I soldati di Assad hanno ripreso i villaggi alawiti caduti nelle ultime settimane sotto il controllo dei ribelli e che secondo l’agenzia di stampa Sana (filogovernativa) si erano asserragliati in una zona montuosa e remota non lontano da Latakia, la principale città costiera siriana.
Due episodi hanno intanto ricordato come il conflittosiriano stia diventando sempre di più un affare regionale. In pochi giorni circa 35.000 siriani hanno potuto superare il confine con l’Iraq per trovare rifugio nel Kurdistan iracheno. L’esodo massiccio testimonia dell’apertura del confine ma anche della violenza delconflitto e delle conseguenze sulla popolazione civile.
A Damasco, secondo notizie dell’opposizione e non verificabili con fonti indipendenti una ventina di combattenti di Hezbollah ha perso la vita in scontri. In Siria a sostegno di Assad, Hezbollah fin dall’inizio non ha fatto mistero delle sue posizioni ed è stata decisiva in alcune recenti operazioni militari come la presa di Qusayr, strategica città al confine con il Libano.
L’Onu ha intanto riferito di un intensificarsi dei combattimenti sulle alture del Golan a ridosso della striscia di terra controllata dai caschi blu che divide la Siria da Israele. In alcuni casi colpi di artiglieria hanno colpito il territorio israeliano scatenando una immediata risposta.
Disegnando la mappa del conflitto, negli ultimi mesi sembra evidente che le truppe di Assad hanno mantenuto e rafforzato il loro controllo nelle regioni centrali e occidentali, mentre i ribelli si sono fatti strada a nord e a est. Il sud resta ancora in bilico, mentre a nord sembra che i curdi stiano tentando di creare una loro entità autonoma....
(Atlas)

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