Assad contro ribelli. Russi contro sauditi. Israele contro Iran. Usa e Ue nel mezzo. Al Qaeda a sparigliare le carte. I blocchi di potere alla Conferenza. L'opposizione decide di andare a Ginevra.
di Barbara Ciolli
Slittata per quasi un anno, la Conferenza sulla Siria nota come Ginevra 2 è alle porte.
Il 22 gennaio i grandi del mondo sono attesi nel centro di Montreux, in Svizzera, per sedersi intorno a un tavolo con la delegazione siriana e (auspicabilmente) le formazioni dei ribelli. Obiettivo: trattare la pace dopo quasi tre anni di massacri.
Il 24 gennaio i negoziatori raggiungeranno poi, lungo la riviera, il quartier generale dell'Onu a Ginevra, per la seconda sessione dei lavori. L'evento si intreccia con il World economic forum di Davos, in agenda dal 22 al 25 gennaio tra le montagne svizzere a nord di Sankt Moritz, ma pure con una discreta sfilata di personalità ed happening a Ginevra.
DAVOS CONTRO GINEVRA. Le vie e i centri della piccola Svizzera saranno molto affollati. E gli organizzatori (Stati Uniti, Russia e Nazioni Unite) della Conferenza siriana sono preparati a gestire incroci anche imbarazzanti.
Il presidente iraniano Hassan Rohani, intanto, in bilico se inviare o no i suoi emissari a Montreux , è in arrivo a Davos. Dov'è invitato anche il premier israeliano, l'arcinemico Benjamin Netanyahu.
Poi ci sono gli insorti della Coalizione nazionale siriana (Cns), che proprio hanno votato in extremis il sì ai colloqui, dopo averne minacciato la diserzione.
IL DILEMMA SU ASSAD. Il casus belli è lo stop alle armi, con o senza la testa del presidente siriano Bashar al Assad. Alla vigilia di Ginevra 2, i governi trattano tra di loro per pilotare la partita e stringere alleanze dell'ultima ora.
La lista degli invitati è tutt'altro che definitiva. E ciascuna delle parti in causa, presenti od occulte, fa il suo gioco. Non ultimo Israele, che alla vigilia di Ginevra 2 ha convocato gli ambasciatori di Italia, Francia, Gran Bretagna e Spagna, tirando in ballo i negoziati con la Palestina.
Ecco le cinque cose chiave da sapere per orientarsi tra richieste e schieramenti contrapposti. .
Il 22 gennaio i grandi del mondo sono attesi nel centro di Montreux, in Svizzera, per sedersi intorno a un tavolo con la delegazione siriana e (auspicabilmente) le formazioni dei ribelli. Obiettivo: trattare la pace dopo quasi tre anni di massacri.
Il 24 gennaio i negoziatori raggiungeranno poi, lungo la riviera, il quartier generale dell'Onu a Ginevra, per la seconda sessione dei lavori. L'evento si intreccia con il World economic forum di Davos, in agenda dal 22 al 25 gennaio tra le montagne svizzere a nord di Sankt Moritz, ma pure con una discreta sfilata di personalità ed happening a Ginevra.
DAVOS CONTRO GINEVRA. Le vie e i centri della piccola Svizzera saranno molto affollati. E gli organizzatori (Stati Uniti, Russia e Nazioni Unite) della Conferenza siriana sono preparati a gestire incroci anche imbarazzanti.
Il presidente iraniano Hassan Rohani, intanto, in bilico se inviare o no i suoi emissari a Montreux , è in arrivo a Davos. Dov'è invitato anche il premier israeliano, l'arcinemico Benjamin Netanyahu.
Poi ci sono gli insorti della Coalizione nazionale siriana (Cns), che proprio hanno votato in extremis il sì ai colloqui, dopo averne minacciato la diserzione.
IL DILEMMA SU ASSAD. Il casus belli è lo stop alle armi, con o senza la testa del presidente siriano Bashar al Assad. Alla vigilia di Ginevra 2, i governi trattano tra di loro per pilotare la partita e stringere alleanze dell'ultima ora.
La lista degli invitati è tutt'altro che definitiva. E ciascuna delle parti in causa, presenti od occulte, fa il suo gioco. Non ultimo Israele, che alla vigilia di Ginevra 2 ha convocato gli ambasciatori di Italia, Francia, Gran Bretagna e Spagna, tirando in ballo i negoziati con la Palestina.
Ecco le cinque cose chiave da sapere per orientarsi tra richieste e schieramenti contrapposti. .
1) Assad riabilitato dall'Occidente vuole ricandidarsi presidente
Il primo attore coinvolto è il presidente di Damasco, Assad. Dopo aver consegnato 1.300 tonnellate di armi chimiche agli organismi internazionali (560 tonnellate delle quali in viaggioverso il porto italiano di Gioia Tauro), l'autocrate è pronto a ricostruirsi l'immagine di presidente, anche a Ginevra 2.
I ribelli - e formalmente anche Stati Uniti ed Unione europea (Ue) - chiedono una transizione democratica, con l'uscita di scena della famiglia Assad.
SLOGAN E MEDIAZIONE. Il presidente siriano ha detto, forse solo per propaganda, che intende ricandidarsi alle elezioni del 2014 (che potrebbero anche non tenersi). In patria i suoi ministri attaccano la comunità internazionale, «responsabile del conflitto», criticando l'inutile Ginevra 2 e inneggiando al «trionfo militare dello Stato siriano».
Intanto, però, Damasco ha inviato per tempo l’elenco dei delegati alla Conferenza di pace in Svizzera. E, mentre i ribelli ancora dovevano decidere se sedersi al tavolo dei negoziati, il ministro degli Esteri Walid al Muallim ha proposto uno scambio di prigionieri con il Cns, riconoscendo, di fatto, coloro che aveva sempre definito i«terroristi» come controparte. Stando al Cremlino, Assad sarebbe anche pronto a «misure umanitarie», in vista della riunione.
I ribelli - e formalmente anche Stati Uniti ed Unione europea (Ue) - chiedono una transizione democratica, con l'uscita di scena della famiglia Assad.
SLOGAN E MEDIAZIONE. Il presidente siriano ha detto, forse solo per propaganda, che intende ricandidarsi alle elezioni del 2014 (che potrebbero anche non tenersi). In patria i suoi ministri attaccano la comunità internazionale, «responsabile del conflitto», criticando l'inutile Ginevra 2 e inneggiando al «trionfo militare dello Stato siriano».
Intanto, però, Damasco ha inviato per tempo l’elenco dei delegati alla Conferenza di pace in Svizzera. E, mentre i ribelli ancora dovevano decidere se sedersi al tavolo dei negoziati, il ministro degli Esteri Walid al Muallim ha proposto uno scambio di prigionieri con il Cns, riconoscendo, di fatto, coloro che aveva sempre definito i«terroristi» come controparte. Stando al Cremlino, Assad sarebbe anche pronto a «misure umanitarie», in vista della riunione.

- Un manifesto del presidente siriano Bashar al Assad, all'apertura di un congresso di supporter a Damasco (Getty Images)
2) La Russia tira i fili negoziando con Damasco e Teheran
Con gli Usa, la Russia è l'organizzatrice dei negoziati. Ma soprattutto è il tramite tra Damasco e l'Occidente, come già fu per la distruzione delle armi chimiche.
Il Cremlino ha un altro alleato di peso su cui conta per pacificare l'area mediorientale: l'Iran. E anche se Israele e i sauditi remano contro la partecipazione di Teheran a Ginevra 2, dopo aver incontrato il segretario di Stato americano John Kerry, in settimana il ministro degli Esteri Sergei russo Lavrov ha ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif a Mosca.
IL CONVITATO DI PIETRA. All'indomani, Zarif è volato a Damasco, mentre il siriano al Muallim raggingeva Mosca. Il Cremlino è stato costretto a smentire qualsiasi «piano trilaterale».
Ma se anche dovesse rinunciare al tavolo svizzero di Montreux, l'Iran è il convitato di pietra alla riunione. E di certo, con il presidente Rohani comunque atteso nella vicina Davos, qualche incontro informale si terrà, tra i vari attori.
Pare che, con Zarif, di Siria abbiano discusso anche i turchi, alleati dei ribelli, durante la recente visita del ministro iraniano a Istanbul.
Il Cremlino ha un altro alleato di peso su cui conta per pacificare l'area mediorientale: l'Iran. E anche se Israele e i sauditi remano contro la partecipazione di Teheran a Ginevra 2, dopo aver incontrato il segretario di Stato americano John Kerry, in settimana il ministro degli Esteri Sergei russo Lavrov ha ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif a Mosca.
IL CONVITATO DI PIETRA. All'indomani, Zarif è volato a Damasco, mentre il siriano al Muallim raggingeva Mosca. Il Cremlino è stato costretto a smentire qualsiasi «piano trilaterale».
Ma se anche dovesse rinunciare al tavolo svizzero di Montreux, l'Iran è il convitato di pietra alla riunione. E di certo, con il presidente Rohani comunque atteso nella vicina Davos, qualche incontro informale si terrà, tra i vari attori.
Pare che, con Zarif, di Siria abbiano discusso anche i turchi, alleati dei ribelli, durante la recente visita del ministro iraniano a Istanbul.
3) I ribelli, in bilico sino all'ultimo se trattare con Assad
Nella città sul Bosforo, dal 17 al 18 gennaio la Coalizione nazionale siriana - principale ombrello dell'opposizione all'estero, con il braccio armato dell'Esercito libero siriano (Els) - si è riunita per votare la partecipazione a Ginevra 2 e i ministri-ombra di un ipotetito governo ad interim.
Il sì, arrivato a larga maggioranza, non era scontato. Iran e Siria hanno opposto un veto a «precondizioni» su Assad e il Cns ha riposto a muso duro, annunciando la sua diserzione, in linea con i dissidenti interni del Comitato di coordinamento nazionale (Ccn).
Da Kerry alla titolare della Farnesina Emma Bonino, tutti i leader occidentali hanno invitato gli insorti a percorrere la strada politica dei negoziati, come infine hano convenuto.
LE ISTANZE CURDE. Perché siano democratici, ai negoziati dovrebbero partecipare tutte le minoranze che lottano per il cambiamento. Primi tra tutti, i delegati dei 2 milioni di curdi nel nord della Siria, che chiedono una regione autonoma come in Iraq. E che, ormai come i ribelli dell'Els, sono impegnati nella guerra dentro la guerra contro jihadisti e affiliati ad al Qaeda.
I diversi movimenti curdi hanno pronte le loro delegazioni per Ginevra 2. «Se non è possibile avere un posto», chiedono di parteciparvi «insieme con l'opposizione siriana».
Il sì, arrivato a larga maggioranza, non era scontato. Iran e Siria hanno opposto un veto a «precondizioni» su Assad e il Cns ha riposto a muso duro, annunciando la sua diserzione, in linea con i dissidenti interni del Comitato di coordinamento nazionale (Ccn).
Da Kerry alla titolare della Farnesina Emma Bonino, tutti i leader occidentali hanno invitato gli insorti a percorrere la strada politica dei negoziati, come infine hano convenuto.
LE ISTANZE CURDE. Perché siano democratici, ai negoziati dovrebbero partecipare tutte le minoranze che lottano per il cambiamento. Primi tra tutti, i delegati dei 2 milioni di curdi nel nord della Siria, che chiedono una regione autonoma come in Iraq. E che, ormai come i ribelli dell'Els, sono impegnati nella guerra dentro la guerra contro jihadisti e affiliati ad al Qaeda.
I diversi movimenti curdi hanno pronte le loro delegazioni per Ginevra 2. «Se non è possibile avere un posto», chiedono di parteciparvi «insieme con l'opposizione siriana».

- L'americano John Kerry regala alla controparte russa Sergei Lavrov due maxi patate dell''Idaho, durante i preparativi della Conferenza di Ginevra (Getty Images)
4) Israele e sauditi contro Assad. Ma in Siria il pericolo arriva anche da al Qaeda
Il nodo delle infiltrazioni di al Qaeda tra i ribelli dell'Esercito libero siriano è tra i più delicati.
Gli sciiti di Teheran e di Damasco accusano gli Stati sunniti del Golfo (in primis l'Arabia saudita, ma anche Emirati arabi e Qatar) di pagare estremisti islamici per destabilizzare la Siria, allargando così la loro influenza in Medio Oriente.
Di certo, le monarchie del Golfo sono grandi finanziatori dei ribelli del Cns, insieme con la Turchia. E agli ultimi meeting, il Qatar si è all'apparenza distanziato dai reali di Riad, condannando le frange più estremiste di miliziani.
L'ASSE ISRAELE-SAUDITI. Al Qaeda è una minaccia per tutti, incluso Israele. Eppure il suo ostracismo verso l'Iran resta granitico, al pari di quello saudita: alla vigilia dell'intesa con Teheran sul nucleare, gli israeliani minacciarono lo stop ai negoziati di pace riaperti con la Palestina. I sauditi, da parte loro, rifiutarono il seggio provvisorio nel Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Con la lista degli invitati a Ginevra 2 indecisa fino all'ultimo, il governo di Tel Aviv ha annunciato nuove colonie nei Territori palestinesi e chiamato le cancellerie europee a colloquio.
Gli sciiti di Teheran e di Damasco accusano gli Stati sunniti del Golfo (in primis l'Arabia saudita, ma anche Emirati arabi e Qatar) di pagare estremisti islamici per destabilizzare la Siria, allargando così la loro influenza in Medio Oriente.
Di certo, le monarchie del Golfo sono grandi finanziatori dei ribelli del Cns, insieme con la Turchia. E agli ultimi meeting, il Qatar si è all'apparenza distanziato dai reali di Riad, condannando le frange più estremiste di miliziani.
L'ASSE ISRAELE-SAUDITI. Al Qaeda è una minaccia per tutti, incluso Israele. Eppure il suo ostracismo verso l'Iran resta granitico, al pari di quello saudita: alla vigilia dell'intesa con Teheran sul nucleare, gli israeliani minacciarono lo stop ai negoziati di pace riaperti con la Palestina. I sauditi, da parte loro, rifiutarono il seggio provvisorio nel Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Con la lista degli invitati a Ginevra 2 indecisa fino all'ultimo, il governo di Tel Aviv ha annunciato nuove colonie nei Territori palestinesi e chiamato le cancellerie europee a colloquio.
5) Stati Uniti e Ue non si fidano dei ribelli e potrebbero tornare verso Assad
Un ruolo importante a Ginevra lo hanno anche i Paesi occidentali, dall'esplosione della guerra civile (si stimano 130 mila morti dal 2011, un terzo dei quali civili) raccolti, insieme con le potenze sunnite e la Lega araba, sotto l'insegna pro-ribelli degli Amici della Siria.
La condanna ad Assad di europei e americani è sempre stata netta. D'altra parte, Stati Uniti e Ue non hanno neanche mai nascosto perplessità verso l'opposizione siriana, divisi in seno al Cns ma non solo e accusati di collusione con i gruppi qaedisti, in espansione nella regione.
Proclamati i primi avamposti islamici, le rivalità tra i ribelli sono sfociate in guerra. Di pari passo, l'allarme terrorismo è salito ai livelli di guardia.
TRA ASSAD E I RIBELLI. Di fronte a questo scenario, off the record europei e americani sono tornati, attraverso la Russia, a miti consigli con Assad. Posizionandosi, di fatto, nel mezzo al guado.
A Ginevra 2, hanno in animo di fare del loro meglio, per portare la delegazione di Damasco e il Cns su un terreno di mediazione comune. In cambio del degli insorti, avrebbero addirittura ventilato la fine del sostegno.
Ma i margini ormai sono stretti e chi ci guadagna è comunque Assad, tornato a trattare con l'Occidente.
La condanna ad Assad di europei e americani è sempre stata netta. D'altra parte, Stati Uniti e Ue non hanno neanche mai nascosto perplessità verso l'opposizione siriana, divisi in seno al Cns ma non solo e accusati di collusione con i gruppi qaedisti, in espansione nella regione.
Proclamati i primi avamposti islamici, le rivalità tra i ribelli sono sfociate in guerra. Di pari passo, l'allarme terrorismo è salito ai livelli di guardia.
TRA ASSAD E I RIBELLI. Di fronte a questo scenario, off the record europei e americani sono tornati, attraverso la Russia, a miti consigli con Assad. Posizionandosi, di fatto, nel mezzo al guado.
A Ginevra 2, hanno in animo di fare del loro meglio, per portare la delegazione di Damasco e il Cns su un terreno di mediazione comune. In cambio del degli insorti, avrebbero addirittura ventilato la fine del sostegno.
Ma i margini ormai sono stretti e chi ci guadagna è comunque Assad, tornato a trattare con l'Occidente.
Sabato, 18 Gennaio 2014
(Lettera 43)

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