Perché Obama sì e Putin no? Dopo quello che è stato definito il "Nobel alle intenzioni" vinto dal presidente Usa, perché non candidare anche il leader del Cremlino al premio Nobel per la pace? Questo è quello che pensano gli esponenti della semisconosciuta Accademia internazionale dell'unità spirituale e della cooperazione tra nazioni nel mondo, che hanno inviato una lettera al Comitato norvegese, in cui si candida Putin al prestigioso premio per il ruolo svolto nell'accordo Usa-Russia sulle armi chimiche siriane.
"Putin ha fatto tutti gli sforzi per garantire una soluzione pacifica del conflitto siriano. Usando il suo esempio personale, ha dimostrato il suo impegno per la pace nei fatti, non solo a parole" ha affermato Beslan Kobakhiya, vicepresidente dell'Accademia.
Tutti d'accordo dunque? Non proprio, non solo perché a promuovere l'iniziativa non sono stati esponenti di caratura internazionale, ma anche perché persino in patria, nonostante i media russi continuino a lodare il successo dello zar Vladimir nella crisi siriana, il progetto non ha avuto un grande seguito. Nemmeno da parte di Michail Gorbaciov, premio Nobel per la pace nel 1990. "La sua posizione è contraria alla nostra" ha tagliato corto Kobakhiya.
Tuttavia, qualche nome di spicco che appoggi la proposta c'è. Si tratta di Iosif Kobzon, deputato del partito di Putin "Russia Unita" e icona musicale dell'epoca dell'Unione Sovietica, considerato il "Frank Sinatra" russo. "Mi sento offeso dal fatto che Barack Obama, che ha iniziato e approvato aggressioni come quelle commesse in Iraq e in Afghanistan, abbia ricevuto questo premio, mentre il nostro Vladimir Putin no" ha affermato il musicista. Il diretto interessato, il capo del Cremlino, non ha rilasciato commenti. "Per modestia" ha considerato Kobzon.
L'appoggio di Kobzon però non sembra del tutto disinteressato soprattutto perché gli Stati Uniti gli hanno revocato il visto per presunti legami con la mafia.
Se si analizza il profilo del capo del Cremlino non si può certo dire che ne venga fuori una visione cristallina. A parte il fatto che la Russia è stata proprio la principale fornitrice di armi del regime del governo siriano di Bashar al-Assad, Putin è un ex agente del Kgb, ha guidato una campagna violentissima contro i separatisti ceceni, ha fatto una guerra contro la Georgia, ha varato una legge contro gli omosessuali, è riuscito, attraverso diversi artifici burocratici, a mettere dietro le sbarre molti suoi avversari e ha limitato la libertà di espressione (si pensi al caso delle Pussy Riot).
Il dibattito è aperto, ma sulla candidatura a Putin a "uomo di pace" se ne dovrà comunque riparlare il prossimo anno perché la presentazione delle candidature per il 2013 sono già state chiuse. Per la grande delusione dei sostenitori dello zar Putin.
(International business time Mondo)

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