mercoledì 11 settembre 2013

Siria, Obama disposto a trattare con il Cremlino Letta: soluzione politica con l'ok dell'Onu....

Nel suo intervento alla Camera il premier ribadisce la centralità delle Nazioni Unite insieme alla condanna delle armi chimiche. Il numero uno della Casa Bianca parla alla nazione, difende l'ipotesi di un intervento armato contro Assad, ma apre alla mediazione russa per evitare l'attacco. Domani a Ginevra bilaterale con la Russia. Dettagli sul sequestro di Domenico Quirico, l'inviato della Stampa liberato dopo 5 mesi di prigionia in Siria nell'intervista a "Prima di Tutto"...

'Siamo convinti che nessuna delle parti in campo sia capace di prevalere nel conflitto: una politica negoziata e' l'unica via praticabile per la stabilizzazione'' della Siria e della regione e bisogna ''continuare a sostenere'' la conferenza Ginevra 2 la cui convocazione e' ''urgente e indispensabile''. Lo ha detto il premier Enrico Letta intervenenendo alla Camera sulla crisi siriana.


'File di cadaveri di uomini, donne, bambini, uccisi da gas velenosi. Altri con la schiuma alla bocca, che rantolano alla ricerca di un respiro, e un padre che stringe il figlio morto che li implora ad alzarsi e a camminare''. Usa immagini forti Barack Obama per spiegare agli americani perche' gli Stati Uniti hanno il dovere di agire contro le atrocita' compiute in Siria. Sono le immagini ''ripugnanti'' dello scorso 21 agosto, quando in un attacco chimico in un sobborgo di Damasco sono morte oltre 1.400 persone. E il presidente Usa non ha dubbi: il responsabile e' Assad.
Obama, parlando in diretta tv alla nazione, cerca di esercitare tutta la sua leadership. E' forse il momento piu' delicato della sua presidenza, e lo si coglie nella espressione tesa. Conferma di aver chiesto al Congresso piu' tempo per il voto, per permettere alla diplomazia di fare il suo corso: ''E' troppo presto per dire quanto la proposta russa avra' successo, ma - ammette - potrebbe consentire di togliere di mezzo le armi chimiche senza un intervento militare''. Dunque, meglio aspettare, e vedere cosa succede.
Ma con tono deciso il presidente Usa insiste sulla necessita' di reagire contro i crimini compiuti dal regime siriano, anche per dare un segnale a tutti gli altri dittatori che in assenza di una reazione potrebbero sentirsi legittimati a usare armi chimiche. Cerca di spiegare le sue ragioni Obama, il perche' un presidente che ha chiuso un epoca di guerre sembra ora volersi imbarcare in una nuova pericolosa avventura.
''Non siamo il poliziotto del mondo, ma le atrocita', i crimini di guerra compiuti non possono rimanere senza risposta'', afferma, e non solo per una questione morale, di valori. In pericolo c'e' la stessa sicurezza nazionale. ''Se non agiamo - insiste - il regime di Assad non vedra' alcuna ragione per fermare l'uso dei gas. E altri tiranni non ci penseranno due volte ad accumulare questi gas e ad usarli''. In cima ai suoi pensieri c'e' innanzitutto l'Iran. Il rischio - spiega - e' quello di una guerra chimica sui campi di battaglia contro le truppe Usa, e l'uso di queste armi letali da parte dei terroristi contro i civili. Uno scenario che Obama definisce ''intollerabile''. ''Questa e' la posta in gioco'', ammonisce, ammettendo quanto la sua decisione rischi di essere impopolare. Ma fa una promessa: ''Non sara' un nuovo Iraq o un nuovo Afghanistan''.
''Il Paese e' stanco delle guerre - riconosce il Commander in Chief - e l'intervento in Siria non sara' a tempo indeterminato, ma limitato e volto a evitare l'uso di armi chimiche''. Insomma: ''Non sara' una puntura di spillo'', ma nemmeno un guerra come quelle del recente passato.
Secondo un sondaggio della Cnn il 47% degli americani ha giudicato convincenti le spiegazioni del presidente americano, mentre per il 65% e' probabile che l'azione diplomatica in corso possa evitare un intervento da parte degli Usa.
Le milizie ribelli siriane sono ''fortemente infiltrate da qaedisti, jihadisti e da elementi criminali''. Lo diceEmma Bonino, commentando a Radio24 le considerazioni di Quirico sulla deriva della rivoluzione anti-Assad. ''L'opposizione e' molto composita'', osserva.
Parlando poi della possibilità di trovare una soluzione politica ha detto: ''L'obiettivo e' impedire ad Assad o chiunque altro di usare mai più armi chimiche'', ha detto: e ''si può ottenere anche senza azioni militari''.
Continuano ad emergere nuovi dettagli sul sequestro di Domenico Quirico, l'inviato della Stampa liberato dopo 5 mesi di prigionia in Siria. Il giornalista - intervenuto ai microfoni del programma di Radio Rai "Prima di Tutto" ha raccontato tutte le difficoltà della sua esperienza, con i tentativi di fuga e le due finte eseucuzioni preparate dai suoi rapitori. Quirico, inoltre, ha smentito di avere la certezza di sapere che le armi chimiche siano state usate dai ribelli siriani....
(RaiGiornaleradio)

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