lunedì 9 settembre 2013

Assad...."in caso di guerra i miei amici vi colpiranno"

Il presidente siriano minaccia nella prima intervista a un network Usa in 2 anni: "Non ci sono prove che io abbia usato armi chimiche, sono stati i ribelli. Comunque, se attaccheranno, gli Stati Uniti subiranno ritorsioni da parte degli alleati della Siria". Intanto Barack Obama prepara un'offensiva mediatica per sostenere l'attacco. Oggi concederà sei interviste a tv americane e domani parlerà al paese. Ieri Papa Francesco ha parlato in favore della pace: "la guerra serve solo a chi vuole vendere armi".....

Lo scontro tra Bashar al-Assad e Barack Obama, per gli spettatori americani, comincia oggi.
Il presidente siriano ha rilasciato un'intervista alla tv Cbs che verrà trasmessa quando negli Stati Uniti è l'ora di colazione.
"Non ci sono prove che io abbia usato le armi chimiche contro il mio popolo" dice Assad. E minaccia ritorsioni se il blitz, alla fine, arriverà: in caso di attacco gli alleati Iran ed hezbollah non staranno a guardare. E saranno i qaedisti ad approfittare di ogni indebolimento dell'esercito regolare.
Una sfida mediatica in casa di Obama, che comincia una settimana cruciale per convincere gli americani che una qualche forma di punizione per il regime siriano è necessaria.
L'amministrazione ha lasciato che la Cnn mandasse in onda alcune delle raccapriccianti immagini di cui è in possesso e che documentano le conseguenze dell'attacco chimico.
Preparando così il terreno per le ben sei interviste che Obama rilascerà oggi, prima che la questione siriana diventi oggetto di voto al senato. Ma è soprattutto alla Camera che il consenso ad un intervento militare non è scontato, non solo tra i repubblicani ma anche tra i democratici. Anzi, gli ultimi sondaggi sembrano dare in netto vantaggio i contrari.
La Casa Bianca non ha ancora chiarito se intende lanciare l'attacco anche di fronte ad un no del congresso.
Continua intanto l'offensiva diplomatica del segretario di Stato John Kerry per cercare di rafforzare il consenso internazionale. A Parigi Kerry ha affermato di essere certo della responsabilità del governo di Assad, che avrebbe usato le armi chimiche ben 11 volte in passato. Il ministro degli Esteri siriano Moallem, in queste ore, è a Mosca per colloqui con il più potente alleato dei siriani.
Secondo il Los Angeles Times, intanto, il Pentagono prepara un piano che prevede tre giorni di attacchi massicci. Non certo un blitz di poche ore, quindi.
Pesano poi certamente le parole pronunciate ieri all'Angelus da Papa Francesco. Che ha chiesto di nuovo preghiere per la Siria e per tutto il medioriente e, davanti ai fedeli raccolti in piazza San Pietro, ha lanciato un accusa pesante. "non so, ha detto Bergoglio, se si fa la guerra per ragioni vere o per favorire il commercio illegale di armi"...
(Tg La 7)

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