martedì 10 settembre 2013

IL MINISTRO DEGLI ESTERI SIRIANO: OK AL PIANO DISCUSSO DA PUTIN E OBAMA AL G20 Sì di Damasco al controllo delle armi chimiche...RaiGiornaleRadio)

Secondo la Casa Bianca 'positiva' la proposta russa, mentre il Senato rinvia il voto sui raid. Parigi teme che l’iniziativa della Russia sia usata dal regime siriano come diversivo e presenta una risoluzione all’Onu per la consegna dell’arsenale chimico. Sostegno da Cina, Iran e Lega Araba. Per Cameron, GB, restano dubbi e quesiti sul progetto del Cremlino e dà la disponibilità inglese per una risoluzione Onu "credibile" sulle ispezioni degli armamanti chimico-biologici da parte siriana...


ROMA Il governo siriano ha accettato la proposta di mettere il proprio arsenale chimico sotto un controllo internazionale: lo ha annunciato oggi a Mosca il ministro degli esteri di Damasco, Walid al-Muallem, in un incontro con il presidente del Parlamento russo, Sergei Narishkin, come riferisce l'agenzia Interfax.
''Ieri abbiamo tenuto un round di negoziati molto fruttuosi con il ministro degli Esteri russo e da parte sua è stata avanzata una iniziativa riguardante le armi chimiche'', ha spiegato il capo della diplomazia di Damasco.    ''Già ieri sera – ha aggiunto Muallem- ci siamo dichiarati d'accordo, partendo dal presupposto che la proposta deve rimuovere le ragioni di un intervento militare americano contro il nostro Paese''.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha da parte sua chiarito che ''la proposta di mettere le armi chimiche siriane sotto controllo internazionale non è un'iniziativa esclusivamente russa ma deriva dai nostri contatti con gli Stati Uniti'' aggiungendo che ''ci aspettiamo di presentare al più presto il piano al segretario generale delle Nazioni Unite e ai membri del Consiglio di Sicurezza''. Per Serhei Lavorv sarà “un piano percorribile, preciso e concreto".
La proposta russa ha incassato l'apertura, seppur cauta, di Barack Obama, l'incoraggiamento dell'Ue, il pieno sostegno di Cina, Iran e Lega Araba. La Francia, che era pronta a unirsi a Washington per un attacco in Siria, ha annunciato che presenterà oggi stesso al Consiglio di sicurezza dell'Onu una bozza di risoluzione per un programma per il controllo internazionale dell'arsenale di armi chimiche di Bashar al-Assad. Il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha spiegato che Parigi non accetta "trappole o diversivi" e per questo chiederà "una completa ispezione di tutte le strutture siriane utilizzate per lo stoccaggio di armi chimiche". Il testo prevederà conseguenze "estremamente gravi" in caso di inadempienza del regime, con riferimento al Capitolo 7 sull'uso della forza.  Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha da parte sua assicurato che Londra sosterrà una risoluzione "credibile" sulla consegna delle armi chimico-biologiche da parte siriana, a patto che contenga un riferimento all'uso della forza.    

Intanto, gli americani restano per la maggioranza contrari a un intervento militare contro il regime di Assad. Secondo un sondaggio della Cbs, solo un cittadino su cinque ritiene che non rispondere all'uso di armamenti non convenzionali  in Siria sarebbe un fatto negativo.    La maggioranza degli intervistati è inoltre contraria anche a un attacco limitato ai missili, mentre una stretta maggioranza, il 53%, teme che un intervento armato porterebbe a un impegno di lungo termine in Siria.
E Domenico Quirico, l'inviato de La Stampa appena rientrato nella sua casa di Govone dopo cinque mesi di sequestro in Siria, ha detto di non credere che gli Usa "arrivino davvero a bombardare la Siria". In una intervista a Sky Tv il reporter italiano ha dichiarato:  "Un'azione di questo tipo, che di fatto aiuta l'arcipelago della Jihad internazionale, sarebbe davvero un grave errore"...
(RaiGiornaleRadio)

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