martedì 11 giugno 2013

IL LIBANO SEMPRE PIÙ OSTAGGIO DI HEZBOLLAH. LA VIDEOINTERVISTA A ROGER BOU CHAHINE...

Il coinvolgimento sempre più diretto del Partito di Dio nel conflitto siriano mette a rischio la stabilità politica e la sicurezza in Libano. La video-intervista a Roger Bou Chahine, direttore di OGMO - Osservatorio Geopolitico Medio Orientale...

Cinque giorni dopo aver ripreso il controllo di Qusayr, per mesi roccaforte dei ribelli situata a soli dieci chilometri dal confine con il Libano, oggi il presidente siriano Bashar Assad ha lanciato la campagna militare “Tempesta del nord” per rimettere le mani anche su Aleppo.

La situazione per le forze anti Assad si fa così sempre più complicata, mentre dall’esterno sono in molti i Paesi a seguire con preoccupazione questi giorni che potrebbero rivelarsi decisivi per le sorti di un conflitto lungo ormai oltre due anni e mezzo.

Tra questi c’è anche il Libano, minacciato dal conflitto sia per la sua pericolosa vicinanza geografica che per il sostegno militare prestato alle forze lealiste dai miliziani di Hezbollah.
In questo scenario di totale incertezza, nelle settimane scorse la classe politica libanese non è riuscita a trovare un accordo per darsi un governo stabile attraverso nuove elezioni. Il 31 maggio il Parlamento ha approvato una mozione che proroga il suo mandato di diciassette mesi.
In attesa del voto legislativo, l’obiettivo minimo è tirare a campare con un esecutivo d’emergenza nazionale che sia il più rappresentativo possibile.

Di queste dinamiche politiche, di Hezbollah e del coinvolgimento sempre più diretto del Libano nel conflitto siriano abbiamo parlato con Roger Bou Chahine, direttore di OGMO (Osservatorio Geopolitico Medio Orientale), intervenuto il 3 giugno a Roma in occasione del convegno “La ‘guerra santa’ in Siria parte dal Libano” presso il Centro Alti Studi per la Difesa...
(Panorama.it)

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