domenica 5 maggio 2013

Siria, nuovo raid di Israele. Obiettivo: distruggere i missili dall'Iran agli Hezbollah....


La conferma arriva da una fonte sotto copertura di intelligence. E' il secondo attacco di Tel Aviv in tre giorni, il terzo di quest'anno. Colpito il centro di ricerca militare di Jamraya, a 15 chilometri di distanza dal confine con il Libano. Teheran condanna l'attacco: "I paesi dell'area reagiscano"...


AMASCO - Missili israeliani hanno colpito un centro di ricerca militare vicino Damasco, in Siria, provocando esplosioni e vittime. Il raid notturno aveva come obiettivo un rifornimento di missili destinati agli Hezbollah libanesi. La conferma è arrivata da una fonte sotto copertura di intelligence: "Nell'attacco della notte scorsa, come nel precedente, l'obiettivo erano i missili Fateh-110 in transito dall'Iran agli hezbollah", ha detto. Da quando il conflitto in Siria è esploso oltre due anni fa, i combattimenti sono più volte fuoriusciti dal Paese sconfinando in Turchia, Libano, Iraq, Giordania e nelle Alture del Golan controllate da Israele.
Quello di stanotte è il secondo attacco di Israele in Siria in tre giorni, il terzo di quest'anno, e segnala un'escalation del coinvolgimento dello Stato ebraico nella guerra civile siriana. I due  attacchi precedenti sono avvenuti uno a gennaio e uno venerdì. In entrambi i casi fonti ufficiali israeliane hanno confermato che il bersaglio erano le armi destinate a hezbollah.

Secondo le testimonianze suffragate dalle immagini diffuse su Internet, una parte della montagna è stata devastata dalle esplosioni. Subito è entrata in azione la contraerea, mentre il cielo si è illuminato a giorno. 

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, in dichiarazioni sintetizzate dall'agenzia iraniana Fars ha "condannato l'attacco del regime sionista alla Siria e ha consigliato ai paesi della regione di levarsi con giudizio contro tale aggressione". Il portavoce ha condannato l'insistenza con cui Israele, ad avviso di Teheran, crea instabilità e insicurezza in Medio oriente fomentando anche "disaccordo etnico e religioso fra i paesi islamici". Ma il primo ministro israeliano Beniamyn Netanyahu continua a non commentare le notizie sul raid, si è limitato - secondo quanto riferiscono i media - ad accennare al fatto che il genitore gli ha insegnato "il grande impegno che abbiamo nell'assicurare la sicurezza di Israele e nel fortificare il suo futuro".

L'area investita dalle esplosioni di oggi, quella del centro di ricerca militare di Jamraya, si trova a nordovest di Damasco e a 15 chilometri di distanza dal confine con il Libano. Anche l'attacco di gennaio aveva colpito il centro militare di Jamraya. Un video amatoriale girato oggi nell'area di Damasco mostra una gigantesca palla di fuoco che illumina il cielo di notte. 

Tel Aviv ha più volte avvertito che non avrebbe permesso il trasferimento di armi sofisticate dalla Siria a Hezbollah, con base in Libano. Il gruppo, guidato da Hassan Nasrallah, è alleato del presidente Bashar Al Assad e nemico giurato dello Stato ebraico. 

In occasione del primo attacco israeliano in Siria, quello di gennaio, una fonte ufficiale Usa aveva riferito che l'obiettivo di Israele erano dei camion vicino al centro di Jamraya che trasportavano missili anti-aerei SA-17, ma che l'attacco aveva colpito sia i camion che il centro militare stesso. L'esercito siriano confermò solo l'attacco israeliano al centro di ricerca e non quello ai furgoni carichi di armi. Per il secondo attacco dello Stato ebraico in territorio siriano, avvenuto venerdì e di cui si è saputo ieri, fonti ufficiali israeliane hanno confermato che erano stati presi di mira dei missili terra-terra apparentemente diretti a Hezbollah. Si ritiene che si tratti di missili M600, cioè la versione siriana dei missili Fateh-110 di produzione iraniana, molto accurati e capaci di viaggiare anche per 300 chilometri con una testata da mezza tonnellata. 

Nonostante i due blitz di Israele il presidente americano Barack Obama ha confermato  che non invierà le sue truppe in Siria, anche se fosse provato che il regime di Bashar al Assad abbia usato armi chimiche nella guerra contro i ribelli....
(la Repubblica.it)

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