Siria, l'emergenza nei campi profughi Oxfam: "Servono aiuti umanitari"...

Circa 20.610 persone fuggite dalla guerra in Siria, ospitate in strutture inadeguate. Si divide tutto: il letto e i pochi metri quadri sotto la tenda. L'appello dell'Ong di VALERIA PINI
Un materasso ospita più persone che si dividono il giaciglio e le ore di sonno. Vivono ammassati, in pochi metri quadri. Sotto ogni tenda sono almeno in dieci.Manca l'acqua e i servizi igienici sono al limite della sopravvivenza. Nel campo profughi di Za'atari, in Giordania, le condizioni di vita sono sempre più critiche. In tutto ci sono 20.610 persone fuggite dalla guerra in Siria. Una situazione difficile che coinvolge gran parte dei campi che ospitano i siriani scappati dal loro paese. Il numero di rifugiati nei paesi confinanti con la Siria continua ad aumentare e la comunità internazionale rischia di non riuscire a rispettare gli impegni assunti per aiutare il popolo siriano, le cui condizioni diventano ogni giorno più disperate. Il Libano ha accolto un numero di rifugiati che, in proporzione alla sua popolazione, equivarrebbe all'arrivo in Europa di 50 milioni di persone. E poi ci sono 7 milioni di individui che che hanno bisogno si assistenza umanitaria all'interno della Siria.A ricordare l'emergenza è Oxfam che lancia un appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché dia il proprio sostegno per migliorare l'accesso agli aiuti, utilizzando la propria influenza per spingere il governo siriano e i gruppi di opposizione ad assicurare che gli aiuti raggiungano coloro che ne hanno più bisogno, senza subire blocchi alle frontiere di Giordania, Libano e Turchia.
"Rispondere a questa crisi è adesso la nostra assoluta priorità. Il mondo rischia di aiutare non riuscire a rispettare gli impegni assunti per aiutare il popolo siriano proprio nel momento in cui ne ha più bisogno - spiega Mark Goldring, direttore generale di Oxfam, in questi giorni con il team di Oxfam che opera lungo il confine tra Siria e Giordania - . . Ogni giorno sentiamo che la situazione in Siria è disperata per così tante persone, ma fornire una risposta umanitaria adeguata è estremamente difficile. Le restrizioni poste all'accesso degli aiuti significano che troppe persone vulnerabili non stanno ricevendo l'aiuto al quale hanno diritto."
Fra le emergenze, ricorda Oxfam, l'impatto che due anni di conflitto stanno avendo sulle risorse idriche e sulle strutture igienico-sanitarie, sopratutto per l'effetto domino che ciò produce sulla salute delle persone e il rischio di malattie. Anche perché oggi 1.3 milioni di rifugiati siriani vivono nei paesi confinanti. "Lo sforzo teso a dare assistenza lungo i confini è partito in modo lento e ora è necessario che subisca un'accelerazione significativa. - spiega Riccardo Sansone responsabile del coordinamento umanitario diOxfam Italia - Un'assistenza umanitaria di gran lunga maggiore è necessaria, ma temiamo che invece di migliorare, nelle condizioni attuali, sia destinata a rimanere inadeguata.
Nel campo giordano di Za'atari continuano ad arrivare sempre più persone e le strutture a disposizione sono insufficienti. Oxfam ha installato bagni, docce, aree per il bucato, per aiutare 20.610 persone nel campo. In Libano Oxfam è riuscita ad assistere 30.154 persone che vivono abitazioni o all'interno dei pre-esistenti campi profughi palestinesi attraverso la fornitura di kit igienici di prima necessità e la fornitura voucher per l'acquisto di alimenti e beni di consumo. "Quando i rifugiati giungono in Giordania e Libano sono traumatizzati e spaventati per il futuro. Se aumentano i bisogni degli sfollati siriani e dei rifugiati, è un dovere aumentare anche la risposta", conclude Sansone...(La Repubblica.it)
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