Homs è una città che da mesi sta vivendo una situazione molto difficile. Ci sono rioni che hanno conosciuto distruzione e morte e altri nei quali si vive quasi normalmente. Per passare da una zona all’altra si devono attraversare numerosi check point, zone pericolose che a volte vengono interessate da violenti scontri. A suo tempo erano stati distribuiti anche dei lascia passare, semplici foglietti con nessun valore. Tra le macerie di quartieri come Joret al-Shayyah, Qusour, Khaldiyeh la vita continua e si è adattata alla guerra. Interi palazzi distrutti disegnano uno sceniario inquietante. La gente si è sopstata da una zona all’altra ma ci sono famiglie intere che hanno preferito restare. Un padre racconta come sia difficile trovare da mangiare, ha tre bambini. Non trovano carne, latte nè verdura fresca. Mangiano pane, olio, qualche oliva. La sua casa è al secondo piano, troppo pericoloso vivere là, un facile obbiettivo. Ha sistemato un materasso nel garage, qui si sente piu’ al sicuro. Tutto è difficile a Homs, uscire, fare la spesa, far funzionare il frigorifero, collegarsi ad internet, trovare medicinali o un medico. La gente si arrangia come puo’, vive secondo il ritmo dettato dalla guerra, dai black out e dai bombardamenti. I bambini hanno imparato a riconoscere i rumori, quelli dei tanks o quelli dei “taiara” (aerei) e per ogniuno di loro hanno una reazione diversa. La TV accesa li aiuta a distrarsi, a dimenticare i rumori che fanno paura, gli spari. Alle loro case molto spesso manca qualche muro o hanno qualche buco in piu’, ma li ci sono i loro ricordi, le loro cose. Ogni giorno imparano qualche cosa di nuovo, come stare lontano dalle finestre per eviitare di essere colpiti dalle schegge. Lo scoth è finito per incollare i vetri ed evitare che esplodano con lo spostamento d’aria, si lasciano le finestre aperte... Si vive con la guerra, che ha cambiato le vite di questa gente e rimarrà indelebile nei ricordi soprattutto dei bambini.......
Homs is a city that for months has been experiencing a very difficult situation. There are districts that have experienced death and destruction and others where the life is almost normally. To move from one area to another you must pass numerous checkpoints, that dangerous areas are sometimes affected by violent clashes. Once there were also distributed passes, simple package with no value. In the rubble of neighborhoods like Joret al-Shayyah, Qusour, Khaldiyeh life goes on and it has been adapted to the war. Destroyed buildings draw a terrible sceniario. People are mooving from one area to another but there are whole families who have preferred to stay. A father tells how difficult it is to find something to eat, he has three children. No meat, milk or fresh vegetables. They eat bread, oil, olives. His house is on the second floor, too dangerous to live there, an easy target. He placed a mattress in the garage, here they feel more safe. Everything is difficult in Homs, going out, shopping, connect to the internet, find a doctor or medicines. People arranges how they can, living according to the rhythm dictated by the war, by blackouts and bombings. The children have learned to recognize the noises, those of the tank or those of "taiara" (aircraft) and each of them have a different reaction. The tv turned on helps them to relax, to forget about the noises that are afraid of, the shots. In their homes very often lthere are wall destriued or have a gap, but here are their memories, their thing. Each day they learn something new, how to stay away from windows to not be hit by shrapnel. The Scotch is finished to paste the glass and prevent explode with air displacement, they leave windows open ... They live with the war, but war has changed their lives and will remain indelible in their memories, especially in that of children.
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