venerdì 31 maggio 2013

PER NON DIMENTICARE...

 Ahamed...Anwar...Banias....Ibraim....Karam...Tareq...Youssef...potremmo continuare all.infinito...8.000 i bambini uccisi in questa guerra...forse di piu'...8.000 vite spezzate...8.000 madri che non hanno piu' lacrime da versare....8.000 angeli....per non dimenticare...















Siria, gli S-300 russi si abbattono sulla diplomazia...

Le parole del presidente Bashar al-Assad gettano benzina sulla comunità internazionale. Giovedi’ il leader del regime, intervistato da una tv vicina a Hezbollah, ha affermato di aver già ricevuto dalla Russia un primo carico dei sofisticati missili antiaereo S-300.
E’ gelo nei rapporti di Washington con Mosca. I due stanno organizzando per giugno una complessa conferenza sulla Siria. Lapidario è il commento di John Kerry, segretario di Stato Usa: “Non aiuta la notizia di questi missili trasferiti nella regione, mentre noi stiamo cercando di organizzare il processo di pace. Non aiutano neppure tutte le altre armi che entrano in Siria, non solo grazie alla Russia ma tramite gli iraniani e gli Hezbollah”.
E proprio vicino al confine tra Siria e Libano si sta combattendo per il controllo della città di Qusair, che è in mano ai ribelli ma che l’esercito di Assad sta attaccando duramente da giorni. Qusair è un importante punto di passaggio anche per gli Hezbollah libanesi che combattono a fianco del regime.
Sul terreno infuriano i combattimenti ed è difficile ormai, dopo oltre due anni di guerra civile, avere una stima fedele del numero complessivo delle vittime. I morti oltrepasserebbero comunque gli 80 mila...
(euronews)

Siria, dopo i missili gli aerei La Russia consegnerà 10 Mig-29 Preoccupazione degli Usa. Il segretario di Stato Kerry: «Forniture di armi al regime di Assad un pericolo per Israele»...

                                            Aerei siriani nell'aeroporto militare di Daba (Reuters)

Rimane alta la tensione sulla Siria. Dopo le polemiche per l'annuncio di Assad di aver ricevuto da Mosca i primi missiliterra-aria anti-aerei a lungo raggio (gli s-300), si torna a parlare dell'accordo sugli armamenti tra Mosca e Damasco.
MIG 29 - In particolare Serghiei Korotkov, direttore generale della compagnia russa Mig, ha annunciato che consegnerà oltre 10 aerei da combattimento Mig-29 MM2, nel rispetto di precedenti contratti. «Attualmente c'è una delegazione siriana a Mosca che sta negoziando i dettagli dell'accordo», ha affermato.
MISSILI - Riguardo alla fornitura dei missili anti aerei, Mosca difficilmente li consegnerà  alla Siria prima dell'autunno. A dirlo è una fonte dell'industria bellica che ha parlato con l'agenzia di stampa russa Interfax, aggiungendo che la tempistica per la consegna, che allarma i governi occidentali, dipenderà  dallo sviluppo della situazione in Siria. «La decisione della Russia di fornire missili al regime siriano di Assad - ha precistao il segretario di Stato Usa John Kerry - ha un impatto profondamente negativo sulla regione e mette Israele in pericolo».
LA CONFERENZA - Intanto la strada verso la nuova conferenza di Ginevra appare sempre più irta di ostacoli. Se una fonte del ministero degli Esteri russo ha annunciato una prima riunione di rappresentanti di Mosca, degli Usa e dell'Onu il 5 giugno nella città svizzera, a Istanbul le varie anime della Coalizione delle opposizioni, dopo giorni di estenuanti discussioni, hanno trovato un primo punto di accordo ponendo due condizioni per partecipare ai negoziati che difficilmente potranno essere realizzate: che l'iniziativa di pace garantisca la partenza di Assad e, ancor prima, che le milizie di Hezbollah si ritirino dalla Siria, insieme con quelle iraniane di cui 'opposizione denuncia la presenza. Assad ha risposto che non se ne andrà. Anzi, potrà ripresentarsi candidato anche alle presidenziali del 2014.
SCONTRI - Intanto in Siria le truppe governative avrebbero attaccato un convoglio che vicino a Qusair tentava di portare in salvo feriti, uccidendo sette persone e ferendone decine. La notizia è stata diffusa dagli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. Hadi Abdullah, attivista con base nella città vicina al confine con il Libano, ha dichiarato via Skype ad Associated Press che a Qusair almeno 800 persone sono ferite e alcune necessitano di «operazioni urgenti». Le truppe governative di Damasco, appoggiate da militanti del gruppo libanese Hezbollah, stanno tentando di prendere il controllo della città, in una offensiva iniziata circa due settimane fa. Decine di militari, combattenti di Hezbollah e ribelli sono rimasti uccisi negli scontri...
(Corriere della Sera.it)

Siria: tre occidentali uccisi dall'esercito. Il Libano intanto rinvia le elezioni....

Un'americana, un britannico e un terzo straniero di cui non è stata comunicata la nazionalità, hanno perso la vita nel nordovest della Siria. Erano probabilmente impegnate nell'appoggio ai ribelli. Per le violenze del conflitto siriano il parlamento di Beirut decide di rimandare le politiche...


BEIRUT - Tre occidentali, tra cui un'americana ed un britannico musulmani, sono stati uccisi dall'esercito siriano ieri sera nel nordovest della Siria.  I tre mercoledì sono stati sorpresi dai soldati con mappe di installazioni militari nella provincia settentrionale di Idlib, ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Le forze di Bashar al-Assad avrebbero aperto il fuoco dopo averli visti scattare foto di postazioni militari lungo la strada tra Harim, vicino al confine con la Turchia, e la città di Idlib più a sud. La nazionalità del terzo occidentale non è nota, precisa la fonte.

L'americana uccisa è una trentatreenne del Michigan, convertita all'Islam. Lo rende noto la sua famiglia.
Secondo una sua zia, Nicole Mansfield stava combattendo con le forze di opposizione nella guerra civile siriana.
La donna aveva 33 anni e veniva da Flint, 106 km a nordovest di Detroit, ed era madre single di una bambina di 8 anni. La famiglia è stata informata della sua morte dall'Fbi.

Intanto centinaia di combattenti si stanno riversando in Siria per raggiungere la città strategica di Qusayr, in rinforzo ai gruppi armati che combattono contro le forze di Bashar Al-Assad per difendere la roccaforte ribelle, da giorni sotto il fuoco dell'aviazione di Damasco e dei miliziani libanesi di Hezbollah.

E proprio a causa delle tensioni e delle violenze provocate dal conflitto in Siria, il Parlamento libanese ha deciso oggi di rinviare di 17 mesi le elezioni politiche che erano in programma il 16 giugno. E' la prima volta che ciò avviene dai tempi della guerra civile (1975-1990)....
(La Repubblica.it)

Siria: fonti,centinaia ribelli a Qusayr Per contrastare avanzata forze governative e Hezbollah...

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Centinaia di ribelli siriani avrebbero raggiunto Qusayr per contrastare l'avanzata delle forze governative appoggiate dai combattenti Hezbollah. Lo affermano numerosi network legati all'opposizione siriana.

L'Osservatorio per i diritti umani, basato a Londra, sostiene che la Brigata Tawhid sarebbe riuscita a rompere l'assedio e a entrare nella citta', ma attivisti locali smentiscono....

Per non dimenticare: Jelnar, l’angelo che non ho mai conosciuto...

by 

Il 4 febbraio 2012 la piccola Jelnar Abdessalam Naqshibandy è stata uccisa dai bombardamenti del regime su Moaddamiet al Sham.
La piccola è morta sul colpo a seguito delle gravissime ferite riportate su tutto il corpo. Era uscita con il padre e con il padre è tornata alla casa della nonna, ma non sulle sue gambe. Jelnar è tornata in braccio, avvolta in un sudario; morta.
Jelnar è stata accolta al suo ingresso al quartiere con i vocalizzi che si fanno ai matrimoni e nelle occasioni di festa. Jelnar shahide, Jelnar è una martire hanno gridato le donne che si sono strette intorno a lei.
Sono passati 15 mesi dalla sua scomparsa, da quel 4 febbraio 2012; sono morti altri migliaia di bambini e di civili inermi.
Quel giorno, quel lontano 4 febbraio 2012, ho salvato la foto e il video di questo piccolo angelo sul mio pc. Due giorni dopo la sua foto è diventata la mia icona su Facebook; il mio modo per rendere omaggio alla sua memoria.
Da allora non ho più cambiato immagine; mi sembrerebbe quasi di lasciare che il suo visino angelico sparisca nel vuoto delle nostre anime anestetizzate dall’indifferenza…
Non dimentichiamo i bambini siriani. Non dimentichiamo questi angeli innocenti....

giovedì 30 maggio 2013

Donne e bambini con il terrore nel cuore – video...

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29 maggio 2013 – periferia di Hama
“Presto, scappate. Uscite con quello che avete addosso. Non c’è tempo. Sta arrivando l’esercito, stanno arrivando i shabbiha. Sbrigatavi”.
Così decine di famiglie vengono avvisate dell’ingresso immediato delle milizie nelle città. Il loro arrivo significa violenza; significa irruzione nelle case; arresti indiscriminati; saccheggi e distruzioni. Significa violenze, stupri contro le donne, contro i bambini massacri…
Quando arriva l’allarme bisogna pensare solo ad andare il più lontano possibile. Così le donne e i bambini salgono su mezzi di fortuna, carri agricoli, pic-up, furgoncini. Si va verso altre località, in una fuga dalla morte. E’ come addentrarsi in un labirinto senza uscita: fuggitivi, esuli, profughi, sfollati nella loro stessa patria.
Indosso solo i vestiti, mentre nelle case restano gli effetti personali, i ricordi di una vita, il tetto protettivo. Negli occhi il terrore di chi ha avuto il sentore della morte… l’ha sentita avvicinarsi… l’ha vista ondeggiare macabra e spietata…
Osservate queste donne, questi bambini… sono esseri umani come noi… o forse non li consideriamo più tali?
Cosa può voler dire fuggire dal proprio nido indossando solo l’abito della paura? Proviamo a chiudere gli occhi e a immaginare noi stessi, le nostre famiglie appesi alla vita da un sogno di fuga, stipati su un carro per sparire dagli occhi di chi semina ovunque la morte…

Siria, Assad: «Arrivati i missili dalla Russia» Mosca minimizza: «Consegnate solo parti» Il presidente: «Arrivato il primo carico di S-300». Israele: «Pronti a intervenire». Nubi su conferenza di pace Ginevra 2

«Ginevra 2», l'attesa Conferenza di pace sulla Siria, sarà preceduta da un incontro, il 5 giugno, tra rappresentanti di Russia, Usa e Onu per discutere i preparativi dell'incontro che si dovrebbe tenere, sempre in giugno, nella città svizzera. Lo riferiscono le agenzie russe citando una fonte del ministero degli esteri russi. In attesa di una conferma ufficiale, sulla Conferenza di pace si addensano pesanti nubi.
La Coalizione nazionale siriana, principale cartello dell'opposizione, ha fatto sapere che non parteciperà «fino a quando dureranno i massacri». No alla conferenza, insomma, senza un previo ritiro di Hezbollah e Iran dal teatro di conflitto. L'opposizione chiede anche che Assad e i responsabili del regime lascino il potere. Mosca, da parte sua, ha accusato l'opposizione siriana di sabotare la conferenza. «Ho l'impressione», ha spiegato il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, «che la Coalizione nazionale dell'opposizione siriana e i suoi sponsor regionali stiano facendo di tutto per impedire l'avvio del processo di pace politico e di arrivare all'intervento militare con qualsiasi mezzo». 


Un'immagine del 1996 dei missili SS300 russi (Afp)Un'immagine del 1996 dei missili SS300 russi (Afp)
MISSILI - Il rais di Damasco intanto accusa Turchia, Arabia Saudita e Qatar di aver fatto entrare in Siria non meno di «centomila uomini armati, arabi e stranieri», per combattere il regime. 
E sempre Bashar al Assad ha aggiunto un ulteriore elemento di tensione e di rischio che il conflitto siriano debordi dai confini nazionali e coinvolga i Paesi vicini, dichiarando in un'intervista alla tv Al Manar, vicina ad Hezbollah, che la Siria ha già ricevuto il primo carico di S-300 ( i sofisticati missili terra-aria anti-aerei a lungo raggio che renderebbero i cieli siriani un ostacolo arduo per qualsiasi intervento militare straniero) e riceverà presto gli altri.
MOSCA SMENTISCE - La notizia è stata smentita dai russi. Fonti vicine al ministero della Difesa russo riferiscono che «il sistema stesso» (formato da una batteria semovente che trasporta i missili) deve essere ancora consegnato alla base navale russa nel porto siriano di Tartus. La stessa fonte ha aggiunto che è invece possibile che «certe parti della fornitura possono essere state rispettate», riferimento forse al sistema radar di acquisizione dei bersagli, senza i quali gli S-300 sarebbero ciechi.
ISRAELE: PRONTI A RISPOSTA - Martedì Mosca aveva confermato la volontà di fornire a Damasco i missili come «misura di deterrenza» da un intervento straniero sul suolo siriano, in risposta alla decisione dell'Ue di non prorogare l'embargo sulle armi ai ribelli siriani, pur impegnandosi a non inviare armi prima del primo agosto per dare una chance alla conferenza di pace. Dopo l'annuncio russo, il ministro della Difesa israeliana Moshe Yaalon aveva avvertito che «saprà cosa fare» se la fornitura andrà in porto. La situazione sul campo vede Qusayr come area più critica. «Abbiamo informato tutte le parti straniere che risponderemo ad ogni futuro attacco israeliano», avverte da parte sua Assad in un'intervista alla tv Al Manar del movimento sciita libanese Hezbollah.
COMBATTAMENTI - L'opposizione ha chiesto aiuto urgente per più di 1.000 feriti causati dai bombardamenti sulla città di 25mila abitanti nell'ovest, vicino al confine con il Libano, controllata dai ribelli e assediata dal 19 maggio in una massiccia offensiva delle forze governative, affiancate da combattenti del partito sciita libanese Hezbollah.
HEZBOLLAH - Il presidente Assad ha anche sottolineato i legami tra le proprie forze e i militanti Hezbollah che combattono apertamente sia sul territorio siriano che al confine tra Siria e Libano. «Siria e Hezbollah fanno parte dello stesso asse», ha detto Assad, rispondendo alle critiche della comunità internazionale. Una presenza condannata dal Dipartimento di Stato americano, che ne ha chiesto il ritiro immediato in quanto «estremamente pericolosa»
(Corriere della Sera)

Siria: ribelli stretti fra fuoco Hezbollah e truppe lealiste...

Il fronte della guerra siriana si è spostato a Qusair, poco lontano dalla frontiera con il Libano. I ribelli anti-Assad chiedono di poter evacuare i feriti. Il presidente non ne vuole sapere e pretende invece che la città si arrenda senza condizioni.
Ma perché questa cittadina sembra fondamentale per il prosieguo della guerra?
Qusair è uno snodo per arrivare al mare. Un tempo ospitava una grossa minoranza cristiana epurata in questi mesi dai jihadisti. Resta strategica per gli approvvigionamenti e per la sua base aerea.
I ribelli sono chiusi fra due fuochi. Da una parte i lealisti di Assad, dall’altra le truppe Hezbollah che arrivano dal vicino Libano. I combattimenti infuriano anche a Ghanto, altra cittadina della regione....
(euronews)

Siria, Msf nel cuore della guerra "Siamo soli ed è molto difficile"...

Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere - Italia (MSF) è appena tornato dalle zone di guerra nel Nord del paese. Un'emergenza umanitaria di dimensioni apocalittiche. L'estrema violenza del conflitto hanno causato oltre 70mila morti. Grave la mancanza di attori umanitari sul terreno capaci di fornire assistenza alle vittime della guerra. Difficile l'accesso alle cure mentre aumentano i rifugiati ..


ROMA - Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere - Italia (MSF) è appena tornato da una delle sue frequenti missioni in Siria dove, da più di due anni, la popolazione sta vivendo un'emergenza umanitaria di dimensioni che non si stenta a definire apocalittiche. Il suo racconto ha tracciato un quadro davvero impressionante della situazione, dal momento che l'estrema violenza del conflitto e l'insicurezza hanno causato oltre 70mila morti (stando ai dati delle Nazioni Unite). Oltre a questo - ha sottolineato De Filippi - va anche registrata una grave mancanza di attori umanitari sul terreno capaci di fornire assistenza alle vittime della guerra. I bisogni sono dunque immensi e gli aiuti sono drammaticamente insufficienti per dare risposte adeguate. L'accesso alle cure mediche alla popolazione è difficile, sia all'interno della Siria che nei paesi vicini, dove aumentano i rifugiati. 

GUARDA IL VIDEO


Lo scenario di guerra e gli "attori" in campo.
 Le équipe di Medici Senza Frontiere sono le uniche che, al momento, operano nel Nord del paese, controllato dalle truppe dei cosiddetti "ribelli". Truppe armate composte, di sicuro, da cittadini siriani che lottano strenuamente per abbattere il ferreo regime di Bashar Al-Assad, ma alle quali si sono affiancate presenze di altri paesi stranieri che hanno trasformato la Siria in un "teatro" dove si affrontano "attori" regionali (sorvegliati a distanza da "attori" internazioneli) alcuni dei quali a sostegno dei "ribelli", come la Turchia, il Qatar, l'Arabia Saudita, e altri di supporto alle truppe del governo di Damasco, come l'Iran e i militanti libanesi (e non) di Hezbollah. Sullo sfondo (ma neanche tanto) superpotenze come Russia e Cina e, dall'altra parte, Stati Uniti e Israele.   

Il racconto di De Filippi. "L'accesso alle cure è estremamente limitato - ha detto il presidente di MSF Italia -  non solo per i feriti, ma anche per i pazienti con malattie croniche, per le donne in gravidanza, per i bambini che necessitano di vaccinazioni. La situazione è peggiorata dall'ultima volta che sono stato nella zona di Idlib, pochi mesi fa. Ho visto con i miei occhi che mancano acqua potabile, cibo e altri beni essenziali. Per rispondere ai bisogni, nonostante l'enorme sfida che rappresenta lavorare in Siria ha aggiunto - siamo operativi con 5 ospedali e stiamo incrementando le nostre attività attraverso cliniche mobili. Ma questo non è sufficiente. Anche perché siamo soli: nelle zone in cui sono stato, non ci sono altre organizzazioni umanitarie". 

La grande difficoltà per lavorare. Indipendentemente dal progresso o meno delle iniziative diplomatiche in corso, la situazione sul campo è drammatica: ogni giorno sempre più persone hanno bisogno di cure mediche e assistenza umanitaria. MSF ribadisce la sua richiesta a tutte le parti coinvolte nel conflitto di raggiungere almeno un accordo di base che possa consentire la fornitura di assistenza umanitaria attraverso le linee del fronte e attraverso le frontiere. Il fallimento della risposta umanitaria all'emergenza in Siria è il risultato di vari fattori: soprattutto l'intensità dei combattimenti e bombardamenti che rendono la Siria un paese molto difficile in cui lavorare, ma anche il rifiuto da parte del Governo di Damasco all'assistenza umanitaria nelle aree controllate dall'opposizione, la diffidenza nei confronti degli aiuti attraverso le linee del fronte e la generale paralisi della comunità internazionale a fornire aiuti umanitari ovunque ve ne sia bisogno. A prescindere dalle cause, il risultato è lo stesso: la scarsa assistenza per oltre 4.200.000 siriani all'interno del paese e per oltre 1.500.000 rifugiati nei paesi vicini. 

MSF e i suoi grandi "tesori": l'indipendenza e la creibilità.
 Per garantire l'indipendenza del proprio lavoro in Siria, MSF si finanzia solo attraverso donazioni private. I bisogni della popolazione sono in crescita e sono aumentate di conseguenza anche le spese per sostenere i progetti. MSF - premio Nobel per la pace - chiede agli Italiani di continuare a dare il proprio supporto per poter garantire cure salva-vita alle persone intrappolate nel conflitto. MSF in Siria ha realizzato 2.095 interventi chirurgici, più di 37.400 visite mediche, oltre 8.500 vaccinazioni e ha distribuito 166 tonnellate di materiali medici. L'organizzazione nelle zone di Idlib e Aleppo garantisce anche servizi ostetrici, dove si registrano circa 120 parti al mese e sta aumentando i servizi di salute mentale. Le équipe di MSF garantiscono assistenza medica ai rifugiati siriani in Libano, Giordania, Turchia e Iraq....
(La Repubblica.it)

Siria, Mosca boccia condizioni dell'opposizione. Assad: "Abbiamo ricevuto missili S-300"...

La Russia non accetta la richiesta delle dimissioni del presidente Bashar Assad per partecipare alla conferenza di pace. Il capo militare dell'esercito libero siriano accusa i combattenti di Hezbollah di 'invadere' il paese. Il 5 giugno a Ginevra incontro Usa-Russia-Onu...


MOSCA - Per Mosca è "inaccettabile" la richiesta delle dimissioni del presidente Bashar Assad come condizione posta dalla coalizione nazionale dell'opposizione siriana per partecipare alla conferenza di pace.Lo ha detto il ministero degli esteri russo Serghiei Lavrov, citato daInterfax. Il capo della diplomazia russa ha sottolineato inoltre che la coalizione nazionale non è l'unico rappresentante del popolo siriano. "Ci sono altri gruppi seri delle forze di opposizione", ha detto, aggiungendo che "alcuni sono pronti a partecipare alla conferenza internazionale senza condizioni preliminari". "In generale, a nessun è consentito lanciare ultimatum", ha aggiunto. Un primo incontro tra rappresentanti di Russia, Usa e Onu ci sarà il 5 giugno a Ginevra.

Il governo russo non abbandona Assad e continua a sostenerlo. Il primo carico di missili anti-aerei S-300 è arrivato in Siria dalla Russia. Lo ha affermato il presidente siriano, Bashar Assad, citato dalla televisione libanese di Hezbollah Al-Manar. L'emittente trasmetterà un'intervista esclusiva ad Assad e ha diffuso queste anticipazioni delle sue dichiarazioni tramite il servizio di breaking news per i clienti.

Il ministro degli Esteri Emma Bonino, in un'intervista a repubblica, ha ribadito l'urgenza di un vertice sulla questione siriana. "Solo la politca piuò fermare le armi", ha detto Bonino. Paulo Pinheiro, responsabile di una commissione di inchiesta Onu sulle violazioni dei diritti umani, ha dichiarato di non esser convinto che la democrazia sia un obiettivo dell'opposizione. "A tutt'oggi sono una minoranza" i ribelli siriani che credono nella democrazia e che vogliono uno Stato laico, ha detto Pinheiro che martedi' presentera' un rapporto che definisce  "terrificante". Mentre Carla Del Ponte, componente della stessa Commissione ha parlato di crimini "da entrambe le parti" e di una "inusitata crudeltà, peggio della Bosnia". 

Il capo militare dell'esercito libero siriano ha accusato i combattenti di Hezbollah di 'invadere' la Siria. In un'intervista alla Bbc il generale Selim Idriss, che è a capo della principale organizzazione che raggruppa i ribelli sul campo, afferma che sono oltre 7.000 i combattenti del movimento sciita libanese che prendono parte agli attacchi a Qusayr, la città siriana dove da settimane infuriano i combattimenti.

Nel paese gli scontri non si fermano ed è sempre più difficile la situazione dei civili. La Coalizione nazionale siriana, principale alleanza di opposizione,  ha chiesto aiuto urgente per più di 1.000 feriti causati dai bombardamenti su Qusayr. Contro la città occidentale del Paese, 25mila abitanti, è in corso dal 19 maggio una massiccia offensiva delle forze governative, affiancate da combattenti del partito sciita libanese Hezbollah....
(La Repubblica.it)

Siria: opposizione,1.000 feriti a Qusayr Sia consentito accesso a Croce rossa e Mezzaluna rossa...


(ANSA) - ROMA, 30 MAG - Sono oltre mille i civili feriti che hanno bisogno di cure mediche urgenti a Qusayr, nella provincia siriana di Homs al confine con il Libano: lo afferma la Coalizione nazionale siriana, la principale piattaforma delle forze anti-Assad. "E' necessario che sia consentito l'accesso alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa per portare aiuti ed evacuare i civili innocenti", si legge in un comunicato, che denuncia "costanti bombardamenti" da parte delle forze del regime e di Hezbollah. ...

mercoledì 29 maggio 2013

Siamo 4 orfani e nostro padre è morto sotto tortura...

 by 

29 maggio 2013  -Zabadani, periferia di Damasco
Ammar Gazi era un giovane padre siriano. I bambini nella foto sono i suoi quattro figli.
L’uomo è stato arrestato tre settimane fa e il suo corpo esanime è tornato alla famiglia ieri.
E’ morto a seguito delle torture subite nelle carceri del regime.
I suoi angeli sono rimasti orfani.
Sono troppo piccoli per comprendere cosa sia la morte.
Anche da adulti, non potranno mai comprendere, né accettare, che loro padre sia strato strappato alla vita con la violenza.
L’orrore ha tolto loro il suo affetto, la sua protezione, il suo calore.
Ha tolto loro la sua guida e il suo amore.
Sono rimasti soli; soli ad affrontare la vita in un paese ridotto in macerie.
Affronteranno ogni giorno gli stenti e la desolazione.
Un giorno scopriranno la verità sulla morte del padre.
Nulla potrà salvarli da quel dolore.

Possiamo fare qualcosa per loro: sosteniamo chi si occupa di portare aiuti e sostegno ai civili siriani. Sosteniamo Onsur, Campagna mondiale di sostegno al popolo ...

Siria, la conferenza di Ginevra è già fallita? Una girandola di dichiarazioni controproducenti tra UE, Russia e Israele mina le speranze di pace ancor prima dei colloqui...

Luciano Tirinnanzi
Per Lookout news 
Riassunto delle puntate precedenti: continua il balletto delle dichiarazioni schizofreniche e incontrollate attorno al disastro siriano, con buona pace delle strategie volte a raffreddare il fronte di guerra in attesa della conferenza di pace di Ginevra. Nella sola giornata di ieri, si sono affastellate dichiarazioni al vetriolo traUERussia e Israele dopo che l’Unione Europea, in vista del rinnovo dell’embargo alla Siria, ha affermato di non avere intenzione di dargli seguito, con ciò dando il calcio d’inizio a una serie di botta e risposta fra i Paesi coinvolti e lasciando adito alle voci secondo cui l’Occidente, in questo modo, avrebbe iniziato a rifornire di armamenti il Free Syrian Army.
Cosa prevede l’embargo
L’embargo in scadenza alla Siria (scade il 1 giugno 2013), prevede: il divieto di esportazione/importazione di armi e attrezzature, di materiale militare non letale e la fornitura di assistenza tecnica; gli aerei cargo siriani sono banditi da tutti gli aeroporti UE; l’obbligo per i Paesi dell’Unione di ispezionare navi e aerei siriani sospetti; il divieto di esportare apparecchiature di monitoraggio e il congelamento dei beni di gruppi responsabili o coinvolti nella guerra in Siria (179 soggetti e 54 gruppi).
Panico diffuso per alcune ore dopo la dichiarazione di Bruxelles, salvo poi la precisazione: l’UE non offrirà alcuna fornitura di armi ai ribelli siriani, almeno non prima della fine della Conferenza di pace di Ginevra, dove in quel di giugno si attovaglieranno tutte le parti in causa. Poi, la puntualizzazione di Francia e Regno Unito - che, per inciso, sono i protagonisti della fine dell’embargo, questione sulla quale hanno premuto fino ad averne ragione - le quali si sono accontentate di convergere sulla data del 1 agosto comedead lineipotetica prima di procedere a un invio ufficiale di armi.
Il balletto russo
Quindi, è seguito l’annuncio della RussiaMosca fornirà già nei prossimi giorni al regime diDamasco i sofisticati missili terra-aria S-300 quale “misura di deterrenza”, per sgombrare il campo da ogni tentativo di intervento straniero in Siria prima della conferenza (ma anche dopo, a questo punto). Nell’onorare il contratto da 900 milioni di dollari per la fornitura di quei missili - che era stata congelata solo pochi giorni prima, nel timore che Assad li rivolgesse contro Israele - Mosca fa la voce grossa: tutti sanno, infatti, che quei missili sono l’avanguardia e che ogni batteria di S-300 è capace di seguire contemporaneamente fino a 100 bersagli in funzione anti-aerea e ha una capacità di gittata di 300 km (tanto per intendersi, la distanza in linea d’aria tra Damasco e Tel Aviv è di soli 215 km).
Inoltre, quei missili sono gli stessi che nel 2010 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU bloccò poco prima che giungessero a Teheran, in Iran, proprio perché ritenuti estremamente pericolosi, ancor più dei Patriot americani. Insomma, per la Russia vale l’adagio “a ogni buon intenditor, poche parole”.
L’irritazione di Israele
Quindi, è stata la volta di Israele, il cui ministro della Difesa, Moshe Yaalon, dopo aver letto la dichiarazione del Cremlino, ha avvertito: “sappiamo già cosa fare” se quella fornitura da parte di Mosca giungerà a destinazione, confermando la linea dura ma anche il nervosismo alle stelle, sopratutto dopo che i libanesi di Hezbollah hanno ingaggiato la lotta al fianco di Assad. A chiudere il giro di valzer di dichiarazioni, è stato infine il Generale Salim Idris, capo militare del Free Syrian Armyribelle, che ha definito la decisione dell’UE “molto deludente”.
Le prospettive della conferenza di pace
Tutto congelato fino a “Ginevra 2”, dunque. Eppure, qualcosa già non torna. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, se è vero che “non ci sarà una maggiore sconfitta strategica per l'Iran che assistere al crollo del regime di Assad” come si vocifera a Washington, gli USA stanno aspettando a prendere una decisione non tanto la conferenza ma, soprattutto, la contemporanea elezione del nuovo presidente in Iran (14 giugno), dove comunque gli otto candidati sono tutti espressione dei conservatori fedeli all’ayatollah Khamenei.  

Per quanto riguarda l’Europa, invece, Le Monde ha appena pubblicato un’inchiesta da Damasco che comproverebbe l’uso - peraltro, molto scaltro - di armi chimiche da parte dell’esercito fedele al regime. Segno che Parigi e Londra sono di nuovo in prima fila, come già in Libia. Insomma, se la prossima conferenza di pace si apre con una simile dialettica, sotto questi auspici si può bene immaginare il successo che avrà. Alla prossima puntata....
(Panorama.it)

Gli angeli planano prima di arrivare a Dar’à...

by 

29 maggio 2013 Dar’à
Gli angeli volano ad ali spiegate, attraversano l’immensità del cielo e guardano le creature umane.
Guardano angeli sulla terra, i bambini.
Ma sui cieli di Dar’à gli angeli hanno visto piovere: non acqua pura, ma bombe. Oggetti pesanti creati per provocare morte.
Oggetti ideati da uomini allo scopo di uccidere altri esseri viventi.
Proprio una bomba oggi ha strappato la vita alla piccola Haya Al Karad, un angelo sulla terra che viveva a Dar’à.
Dar’à è la città da cui provenivano  i primi bimbi siriani uccisi 26 mesi fa.
Anche la madre di Haya è stata gravemente colpita, ma la sua ferita più grande è quella del cuore.
Come si può descrivere lo strazio di un genitore che piange un figlio morto?
Gli angeli hanno imparato a planare prima di arrivare a Dar’à.
Le loro ali non possono essere colpite dalle bombe.
Le loro ali non possono macchiarsi del sangue di altri angeli, nemmeno di quello di Haya,...

Se questo è un bambino, se questa è l’umanità.....

 by 

29 maggio 2013 – Al Rastan
Ferito, insanguinato, appeso alla vita con un filo, il filo di una flebo che i medici dell’ospedale da campo di Al Rastan gli hanno applicato per provare a salvargli la vita.
Per questo angelo ferito nemmeno un letto, nemmeno una barella; il punto di soccorso allestito da medici volontari è pieno e il bimbo trova solo tra le braccia amorevoli del padre un sostegno.
Questa è la situazione in cui sono costretti a vivere i civili siriani.
Lottano per sopravvivere…
Se questo è un bimbo, se questa è l’umanità…
Proviamo a porci seriamente questa domanda....

Siria/ Teheran ribadisce la necessità di una soluzione politica...

Teheran, 29 mag. (TMNews) - L'Iran, alleato regionale della Siria, ha ribadito la sua volontà di trovare una "soluzione politica" alla guerra civile siriana, nel corso di una conferenza internazionale a Teheran che si è svolta senza le parti coinvolte nel conflitto.

Questa conferenza è stata organizzata mentre Stati Uniti e Russia si sforzano di organizzare a loro volta una riunione a Ginevra nel mese di giugno, a cui dovrebbero partecipare i rappresentanti del regime del presidente siriano Bashar al-Assad e della ribellione siriana. Questa riunione deve tentare di trovare una soluzione al conflitto che ha fatto oltre 94.000 morti dal marzo 2011, secondo il bilancio di una Ong.

"E' importante mettere fine a questa crisi il prima possibile, con una soluzione politica e non con un approccio militare", ha detto il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi, il quale ha anche invitato - senza nominarli - i paesi che sostengono i ribelli a "non inviare armi in Siria", mentre l'Unione Europea ha deciso l'altro ieri di revocare l'embargo sull'invio di armi ai ribelli.

(fonte Afp)

Siria: altri tre razzi in Libano Su bastione Hezbollah, non ci sarebbero feriti...

(ANSA) - BEIRUT, 29 MAG - Tre razzi lanciati dal territorio siriano sono caduti oggi nei dintorni della citta' libanese di Hermel, bastione delle milizie sciite di Hezbollah, impegnate al fianco delle truppe lealiste di Damasco in un'offensiva su Qusayr, poco oltre il confine. Lo riferisce l'agenzia libanese Nna senza dare notizia di vittime tra la popolazione. Lunedi' una ragazza di 17 anni era morta e due donne erano rimaste ferite in un simile attacco. Ieri alcuni abitanti erano rimasti leggermente feriti. ....

Per non dimenticare: primo anniversario della morte di Bassel Shehade...

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28 maggio 2012 – Homs
Il giovane regista siriano Bassel Shehade è stato ucciso a Homs. Aveva vinto una borsa di studio per gli Usa, dove avrebbe potuto formarsi in tecniche cinematografiche, ma ha preferito ritornare in Siria per stare accanto al suo popolo e mettere le sue competenze al servizio dei più indifesi. E’ stato ucciso mentre girava un filmato per denunciare le atrocità subite dai civili. Bassel è l’ennesimo martire tra gli operatori dell’informazione in Siria.
Bassel ha fatto da maestro a molti giovani citizen reporter; il viso angelico, la passione per il mestiere, la determinazione, il coraggio: Bassel rimarrà per sempre vivo nei nostri cuori. Hanno ucciso il suo corpo, ma il suo spirito vive in noi.

Bassel mentre tiene una lezionedi film making ad un gruppo di giovani citizen reporter

Bassel e gli altri martiri portati in spalla da giovani amici per l’ultimo addio. Al funerale hanno ripetuto: “Che si aprano per te le porte del Paradiso”. Sulla bara di Bassel, di fede cristiana, il crocifisso e la bandiera dell’indipendenza.

I dream of my home: canzone scritta da Bassel Shehade nel 2004