domenica 17 marzo 2013
Appello Gutteres...
Dall'OSSERVATORE ROMANO
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Antonio Guterres, si è appellato nuovamente ai Governi per ottenere fondi speciali destinati al sostegno
dei rifugiati siriani e dei Paesi che li ospitano. Se non arriveranno rapidamente finanziamenti, ha avvertito Guterres, l’assistenza di cui hanno urgentemente bisogno i rifugiati potrebbe non essere fornita, con conseguenze destabilizzanti per l’intera regione. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri a Beirut, in occasione del secondo anniversario dell’inizio del conflitto
in Siria, Guterres ha definito «sconvolgente » l’aggravarsi del conflitto, affermando inoltre che «l’impatto sulla regione non ha precedenti negli ultimi decenni». Ad oggi — ha detto Guterres —
«mancano settecento milioni di dollari ». Le organizzazioni umanitarie hanno ricevuto finora solo il trenta per cento dei fondi necessari per rispondere ai bisogni primari degli oltre 1,1 milioni di rifugiati. L’Alto commissario ha quindi espresso la speranza che i fondi che i Governi
si erano impegnati a versare in occasione della conferenza in Kuwait
del 30 gennaio scorso vengano erogati e che vengano destinati all’op erazione umanitaria dell’O nu.
Un altro appello è giunto ieri dalla Croce Rossa internazionale, che ha parlato di «una catastrofe umanitaria». Secondo i vertici dell’organizzazione, «bisogna cessare ogni tatticismo politico per concentrarsi invece su chi soffre e sulla questione degli sfollati che quotidianamente
arrivano in Giordania, Libano, Iraq e Turchia». Oltre un milione di siriani — denuncia la Croce Rossa — «ha attraversato il confine dando vita a una migrazione forzata, che ha una forte e
preoccupante ricaduta sociale nei Paesi confinanti».
Sul piano diplomatico, i leader dell’Unione europea hanno dato
mandato agli Ambasciatori per preparare una posizione comune sulla sospensione dell’embargo sulle armi alla Siria, in modo che i ministri degli Esteri ne possano discutere
già nel consiglio informale a Dublino la prossima settimana. «Tutti vogliamo una soluzione politica, ma questa non è una situazione che lascia possibilità di scelta» ha dichiarato
ieri il premier britannico David Cameron. «Penso che ci sarà il processo politico se si vedrà che l’opposizione siriana, che abbiamo riconosciuto, e con la quale lavoriamo,
è una forza credibile e rafforzata». Cameron ha quindi evidenziato i
progressi fatti con l’ammorbidimento dell’embargo (per materiali non
militari) e si è detto fiducioso nel lavoro dei ministri degli Esteri. «È veramente importante che Paesi come la Gran Bretagna e la Francia lavorino con gli Stati Uniti e gli altri
alleati del Golfo Persico per plasmare l’opposizione e per arrivare a una Siria democratica e pluralistica, dove le minoranze siano protette».
L’attuale embargo — sostiene Londra — tratta il Governo di Assad e l’opposizione nello stesso modo e questo è sbagliato. «Dovremmo mandare un segnale chiaro» ha aggiunto il premier.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento