domenica 3 novembre 2013

Siria: le armi chimiche potrebbero essere distrutte in Albania...

(AGI) - Mosca, 2 nov. - L'amministrazione Usa sta trattando con diversi Paesi terzi per rendere possibile l'attuazione della seconda fase di smaltimento degli arsenali chimici siriani, quella della loro concreta distruzione, come previsto dall'accordo russo-americano del mese scorso: il tempo stringe perche', se la tempistica della prima fase e' stata rispettata con i sigilli apposti agli impianti di produzione e stoccaggio entro il 1 novembre, quella successiva va completata entro il 15 del mese. Sussistono comunque "ragioni per ritenere che il sito appropriato sara' trovato entro pochi giorni", scrive oggi il quotidiano russo 'Kommersant' citando fonti diplomatiche riservate, ed e' "probabile che si tratti dell'Albania". Almeno in parte, dunque, gli armamenti non convenzionali del regime di Bashar al-Assad potrebbero finire nel Paese adriatico. Gli ispettori dell'Opac, l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche che hanno provveduto alla loro individuazione, hanno escluso che possano essere eliminati direttamente in Siria, a causa delle ostilita' in corso tra lealisti e ribelli.
  D'altra parte, Damasco ha accettato che siano trasferiti all'estero, ponendo come unica condizione che non vadano negli Stati Uniti. Secondo il giornale moscovita, e' improbabile che Tirana rifiuti un'eventuale proposta americana: a prescindere, nota sempre 'Kommersant', dalla "arretratezza delle sue infrastrutture" e dalla "scarsa efficienza" delle sue autorita'.
  "A differenza dei Paesi dell'Unione Europea", ha dichiarato al quotidiano Andrei Baklitsky, esperto del Pir Center di Mosca, "l'Albania puo' disporre di maggiori incentivi, anche materiali, per ammettere agenti tossici sul proprio territorio". Ha inoltre un 'curriculum' in materia decisamente favorevole: nel 2007, ha ricordato Baklitsky, con l'assistenza di Germania, Svizzera e degli stessi Usa, e' diventata infatti "il primo Paese nella storia a completare pienamente il processo di disarmo chimico", distruggendo circa 16 tonnellate di gas mostarda e di altre sostanze tossiche, ereditate dall'epoca della dittatura comunista di Enver Hoxha.

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