17 novembre 2013 - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime grave preoccupazione per le notizie secondo cui alcuni paesi dell'Unione Europea (UE) starebbero ostacolando l'entrata o respingendo forzatamente i richiedenti asilo, tra i quali persone in fuga dal conflitto in Siria.
L'UNHCR esorta, globalmente ed a livello europeo, un deciso cambio di rotta, dalla protezione delle frontiere alla protezione delle persone. Se dovessero essere effettivamente in corso pratiche e procedure mirate a impedire ai richiedenti asilo l'accesso al territorio, l'UNHCR invita gli Stati che le utilizzano a smettere immediatamente. I respingimenti ed il divieti di entrata possono mettere i richiedenti asilo in una condizione di ulteriore rischio ed esporli a traumi aggiuntivi.
In Bulgaria l'UNHCR sta chiedendo maggiori informazioni alle autorità sulla loro presunta attività di frontiera, mirata ad arginare l'afflusso di rifugiati nel paese. Secondo quanto riferiscono alcuni media, lo scorso fine settimana il paese avrebbe respinto 100 migranti alla frontiera e dispiegato circa 1.200 agenti di polizia nelle aree di confine. L’introduzione di barriere come recinzioni o altri deterrenti può indurre le persone a cercare altri modi, ancora più pericolosi, di attraversare le frontiere e porre ulterirormente i rifugiati nelle mani dei trafficanti.
L'UNHCR è preoccupato anche per notizie simili riguardanti alcuni richiedenti asilo respinti dalla Grecia verso la Turchia. L'Agenzia ha chiesto alle autorità elleniche di indagare sulla sorte di 150 rifugiati siriani, tra cui molte famiglie con bambini, ai quali lo scorso 12 novembre sarebbe stato negato l'ingresso nella provincia di Evros. Secondo informazioni ricevute dagli abitanti di un villaggio, il gruppo sarebbe stato messo in detenzione e poi trasportato da veicoli della polizia in una località sconosciuta, senza essere trasferiti in un centro d'accoglienza. L'Agenzia non è al corrente della loro attuale posizione.
All'UNHCR sono poi pervenute notizie secondo cui sarebbe stato negato l'accesso a cittadini siriani nella regione settentrionale di Cipro. L'Agenzia prosegue nella propria collaborazione con il Governo al fine di garantire che i cittadini siriani abbiano accesso alle procedure d'asilo.
L'UNHCR sta chiedendo una moratoria globale su qualsiasi respingimento di cittadini siriani nei paesi limitrofi alla Siria. Ciò costituirebbe una concreta espressione di solidarietà nei confronti di questi paesi che attualmente accolgono oltre 2,2 milioni di rifugiati siriani. La Turchia, con oltre 500mila rifugiati registrati, è al momento il paese europeo che ospita il numero più elevato di cittadini siriani. Inivare nuovamente i rifugiati siriani in Turchia o in altri paesi limitrofi non fa che aggiungere pressione sui governi e sulle comunità locali di questi paesi, che già devono far fronte alle imponenti sfide del sostegno e dell'assistenza ai rifugiati. Allo stesso tempo gli Stati di frontiera dell'UE non devono essere lasciati soli nel gestire il flusso. La condivisione delle responsabilità a livello europeo dev'essere dimostrata attraverso una maggiore mobilità all'interno dell'UE e un'apertura reale alla condivisione degli oneri, superando anche i meccanismi già esistenti.
Le persone che vengono riconosciute bisognose di protezione internazionale dovrebbero avere accesso a soluzioni durevoli per la loro condizione. Queste potrebbero includere anche meccanismi che garantiscano un'equa distribuzione delle persone riconosciute come rifugiati o beneficiarie di protezione sussidiaria all'interno dell'UE. Potrebbe anche essere prevista l'evacuazione in un apposito Centro di Transito ed Evacuazione basato su modelli esistenti, dal quale intraprendere poi l'impegno per il reinsediamento verso paesi sia europei che extra-europei. L'UNHCR inoltre accoglie con favore la discrezionalità di alcuni paesi dell'Unione nel non rinviare tutti coloro che hanno richiesto protezione internazionale verso il loro primo punto d'entrata nell'UE e rivolge un appello agli altri paesi affinché seguano tale pratica, al fine di mostrare solidarietà con i paesi situati alle frontiere esterne dell'Unione. L'UNHCR esorta inoltre ad applicare tutti i criteri di “Dublino”, tra cui quelli mirati al ricongiungimento famigliare.

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